Un venerdì di consultazioni al Quirinale dopo le dimissioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi, sotterrato da una valanga di No al referendum costituzionale. Proprio pochi minuti fa la delegazione leghista ha comunicato la propria linea, dopo l’incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “La nostra posizione è la stessa del popolo italiano che ha votato domenica – ha detto Giancarlo Giorgetti, vicesegretario della Lega -, un popolo che vuole votare il prima possibile e non vuole Renzi presidente del Consiglio”. “Siamo disposti ad accettare qualsiasi legge elettorale”, ha aggiunto Giorgetti, “ci sono leggi elettorali perfettamente costituzionali che in un sol giorno potrebbero essere inserite nel nostro ordinamento”.
A proposito dell’eventualità che Silvio Berlusconi accetti in qualche modo l’assegnazione dell’incarico di formare un Governo al capo della diplomazia Paolo Gentiloni, Giorgetti commenta: “Non penso sia questo l’orientamento, abbiamo parlato con Giorgia Meloni e abbiamo parlato con Berlusconi, comunque sarà lui a dirlo domani”. “L’esperienza dovrebbe suggerire a Berlusconi – ha avvertito Giorgetti – di stare molto attento a compiere passi di questo tipo”.
Berlusconi sarà da Mattarella sabato, alle 16. Guiderà la delegazione di Forza Italia.
Le consultazioni al Quirinale cominceranno alle 11, l’apertura della sala stampa e’ prevista alle 10. Il primo gruppo a incontrare il presidente della Repubblica sara’ quello di Sel Sinistra italiana. Alle 11.30 sara’ la volta di Ala-Sc che si presentera’ con una delegazione molto corposa della quale faranno parte anche Denis Verdini ed Enrico Zanetti. Ultimo incontro della mattina alle 12 con Ncd, Alfano guiderà il gruppo dal presidente Mattarella. Gli incontri riprenderanno nel pomeriggio alle 16 con Forza Italia che si presentera’ al Colle con Silvio Berlusconi e i capigruppo. Alle 17 il Movimento 5 stelle, mentre alle 18 chiuderà il Pd.
Oggi è toccato anche a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, salire al Colle: “Noi riteniamo che l’unico modo per rispettare quanto ampiamente raccontato dagli italiani con il voto di domenica sia mettere l’Italia nella condizione di avere nel minor tempo possibile un governo scelto dagli italiani e non frutto dell’ennesimo gioco di palazzo. Abbiamo chiesto al presidente Mattarella di aiutare l’Italia a tornare alle urne nel minor tempo possibile”. Così la presidente Fdi al termine del colloquio con il capo dello Stato Sergio.
La road map che piacerebbe a Fratelli d’Italia prevede una nuova legge elettorale entro la fine dell’anno, scioglimento delle Camere a gennaio ed elezioni massimo a marzo. “Siamo pronti a scendere in piazza il 22 gennaio – ha concluso Meloni – se non avremo un governo che ha una data certa per arrivare al voto, per noi la data utile è massimo marzo, oltre non si può andare, perché sarebbe un modo per occuparsi dei problemi dei partiti e non degli italiani”.
Si attende l’intervento, domani, del Cavaliere. Dopo l’incontro con Mattarella comunicherà la linea di Forza Italia. Silvio deve scegliere: stare con Salvini e Meloni per non spaccare il centrodestra e chiedere elezioni subito, oppure sostenere un governo di responsabilità istituzionale ma dire addio a una alleanza con Lega e Fratelli d’Italia?
IL RETROSCENA Berlusconi domani al Colle chiedera’ garanzie sul percorso delle riforme. Non sulla sentenza di Strasburgo che possa ridargli l’agibilita’ politica. Non aprira’ ad una partecipazione di FI ad un governo, ne’ ad un appoggio esterno. Ma di fatto si trattera’ di una sorta di ‘patto di desistenza’, ovvero niente barricate. La posizione tuttavia pubblicamente sara’ netta, anche per il possibile avvicinarsi della campagna elettorale.
Gentiloni – questo il ragionamento, soprattutto dell’ala ‘barricadera’ azzurra – e’ una ‘fotocopia’ di Renzi. Quindi un Renzi bis sarebbe stato uno schiaffo, viene ribadito, ma anche l’eventuale scelta su Gentiloni non e’ quella preferita. Un ‘governo del presidente’ – con Mattarella garante – sarebbe stato maggiormente gradito da Forza Italia. Perche’ il Cavaliere guarda al dopo elezioni: si faciliti – questa la richiesta che verra’ fatta al presidente della Repubblica – un percorso per arrivare a riforme condivise. L’orizzonte sono le larghe intese ma l’offerta del Pd che – riferiscono fonti parlamentari azzurre – starebbe minacciando di fare l’accordo con il Movimento 5 stelle in assenza di una collaborazione in questa fase – e’ stata respinta per ora.
Lo scenario di un esecutivo di unita’ nazionale resta sul campo per il dopo urne. Il problema e’ pero’ come presentarsi alle elezioni. Perche’ FI non ha un candidato premier e i ‘trumpisti’ del centrodestra accelerano su primarie e guardano a Salvini. Lo snodo resta dunque il sistema di voto: niente manifestazioni di piazza, opposizione responsabile ma a condizioni di un ‘patto’ sulle modifiche all’Italicum.
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