Altro giro, altra corsa. Altra sfilata, le facce però sono sempre le stesse. Consultazioni al Quirinale giovedì e venerdì. Dopo il nulla di fatto della settimana scorsa, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella convoca al Colle le forze politiche ancora una volta per capire se nel frattempo sono stati fatti passi avanti nella discussione, in vista di un governo possibile.
Il guaio è che al momento passi avanti non ce ne sono stati e il capo dello Stato, se le cose non cambieranno nelle prossime 48 ore, non potrà fare altro che prenderne atto.
C’è chi dice che Mattarella sia pronto a dare un mandato esplorativo a coloro che sono indicati da tutti come i vincitori delle Politiche 2018, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Ma si dice anche che i due siano piuttosto preoccupati per questo. Infatti, preferirebbero forse non avere alcun pre-incarico, per non finire con un pugno di mosche in mano quando non dovessero trovare i numeri. Cosa, peraltro, molto probabile.
Al Colle in questo secondo giro arriveranno prima i partiti, poi le alte cariche istituzionali. Il centrodestra, a differenza della prima volta, si presenterà unito, come una coalizione compatta, per ricordare a tutti, anche a Mattarella e soprattutto a Di Maio, che sul tavolo Berlusconi Salvini e Meloni mettono un 37% di consensi raccolti alle politiche del 4 marzo.
Saranno sempre i pentastellati a chiudere la giornata di giovedì, loro che sono in Parlamento il gruppo più grande. Luigi Di Maio fino ad ora non ha dimostrato di voler cambiare idea: l’esecutivo deve essere targato M5S, lui deve fare il premier, Forza Italia e Berlusconi devono restarne fuori. Troppe e assai pesanti condizioni, così i nodi non si sciolgono. Nel frattempo anche Salvini ribadisce di essere pronto a fare il premier, ma dice di aprire ai 5stelle, cosa che l’uomo di Arcore non vuole. Forse ha ragione chi parla di voto anticipato, già dopo l’estate.