Continua ad aggravarsi in Venezuela la crisi economica, politica e sociale. In queste ore è riunito a Washington è riunito il Consiglio permanente dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa) proprio per discutere di ciò che sta accadendo del Paese sudamericano, colpito da una vera e propria crisi istituzionale.
Il Consiglio alla fine ha deciso di riunirsi malgrado la Bolivia abbia cercato di sospendere all’ultimo momento lo svolgimento della sessione. Durante l’incontro tensione altissima. Fin dall’inizio il governo di Evo Morales – alleato di quello di Nicolas Maduro – ha cercato di dare una mano al Venezuela. La Bolivia, che ha assunto due giorni fa la presidenza di turno del Consiglio, quando mancavano poche ore all’inizio dell’incontro, ha annunciato che la riunione era sospesa, sostenendo che era stata “imprevista”, per cui non disponeva della documentazione necessaria per il dibattiti.
A quel punto è intervenuto un gruppo di 18 paesi dell’Osa che è riuscito ad annullare tale decisione. La sessione si è quindi aperta sotto la presidenza del delegato di Honduras, in un clima di tensione altissima. Il delegato del Venezuela ha deciso dunque di abbandonare l’assise, non prima di sbottare davanti a tutti e definire l’incontro Osa “completamente senza valore e illegale”; ha inoltre lanciato pesanti accuse di ingerenza contro Colombia, Usa, Messico e Paraguay.
Di positivo c’è che il mondo si sta accorgendo di ciò che sta accadendo in Venezuela. Non possiamo più girarci dall’altra parte. Nessuno può farlo.
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