L’intero sistema giudiziario e procedurale italiano va riformato a fondo. A cambiare deve essere addirittura ‘la cultura giudiziaria’ del nostro paese. E’ la denuncia del Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, nel rapporto sulla sua visita in Italia condotta a luglio scorso. Solo con una riforma radicale l’Italia potra’ risolvere finalmente il problema della lentezza della giustizia: i processi lumaca, assieme al trattamento riservato ai Rom e ai migranti, per il commissario ‘sono fonte di gravi preoccupazioni in materia di diritti umani’. Per quanto riguarda la giustizia, Miuznieks sottolinea come questo sia non solo un problema che riguarda tutti gli italiani, ma anche l’Europa intera, visto che genera un numero di ricorsi altissimo alla Corte europea dei diritti umani. Muiznieks, pur riconoscendo l’impegno delle autorita’ italiane nel cercare di risolvere la questione, afferma che tutte le riforme sinora attuate, anche a causa della loro frammentarieta’, si sono rilevate inefficaci.
Nel rapporto il commissario analizza in dettaglio i fattori che sono all’origine della lentezza dei processi, tra cui elenca l’alto tasso di litigiosita’ degli italiani, l’alto numero di reati definiti nel codice penale, l’elevatissimo numero di avvocati, le rigidita’ procedurali e la gestione interna dei tribunali. Secondo Muiznieks, quindi, da un lato e’ necessario pensare a lungo termine riformando completamente il sistema anche imponendo un cambiamento della cultura sottostante, dall’altro vanno implementate nell’immediato le buone pratiche gia’ attuate. Il Commissario porta l’esempio di quanto fatto alla Corte d’appello di Torino, dove in 5 anni l’arretrato e’ stato ridotto del 26,6%. Questo, afferma, puo’ essere fatto senza costi aggiuntivi, che in tempi di crisi e’ un grande vantaggio.
Per quanto riguarda invece la situazione di Rom e migranti, nel rapporto il Commissario prende atto del fatto che le autorita’ italiane sembrano decise a rompere con le pratiche del passato, non ‘in linea con gli standard internazionali e il rispetto dei diritti umani’, come l’emergenza nomadi e i respingimenti di migranti intercettati in mare verso la Libia. Ma allo stesso tempo si dice preoccupato per il fatto che non tutte le azioni concrete sembrano concordare con questa volonta’. In particolare il Commissario chiede che l’Italia metta fine immediatamente alla costruzione dei campi segregati per i Rom e spenda invece questi soldi per la loro integrazione, cosi’ come previsto dalla nuova strategia nazionale per la loro inclusione. Allo stesso tempo sollecita l’Italia a mettere a punto una politica adeguata per l’accesso alla procedura di richiesta d’asilo, per coloro a cui e’ stato gia’ riconosciuto lo status di rifugiato, ma anche per i centri di detenzione amministrativa dei migranti.
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