Da Consigliere il vescovo si trasforma in consigliato (da chi?). Da Ministro (del culto) in amministrato. E il Papa? Da padre si è già trasformato in fratello. ”Diletti figli”, così si rivolgeva un tempo il pontefice ai fedeli, incarnando la sua funzione di padre e rispettando l’etimologia stessa del lemma ”papa”.
Oggi i vescovi vengono declassati ad alunni e i figli elevati a germani: ”Cari fratelli e sorelle, buon appetito!”. ”Caro fratello, come va? Dormito bene stanotte?”, dovrebbe rispondere ogni buon fedele, secondo il nuovo stile inaugurato in Vaticano dal primo papa-fratello della storia. Fratel Francesco!
Nessuna grazia per i preti pedofili
Questo Papa continua nell’ambiguità, confondendo ancora una volta i fedeli. Dovrebbe chiarire tra grazia e perdono, ma non lo fa. Cos’è la grazia a cui si riferisce? E’ una grazia riferita all’ordinamento giudiziario dello Stato Vaticano per coloro che hanno subìto una condanna da parte di quel Tribunale oppure si ferisce alla grazia intesa come perdono spirituale?
Nel primo caso bisognerà distinguere, appunto, tra condanne comminate dalla giustizia vaticana e giudizi emessi dai tribunali di tutti gli altri stati del globo terrestre, sui quali, ovviamente, il Titolare della Santa Sede non ha alcuna giurisdizione e quindi nessun diritto di elargire atti di clemenza, compresa la grazia.
Comunque sia, nell’un caso e nell’altro – ma soprattutto nel caso di perdono liturgico inteso come assoluzione dal peccato – non c’è, tra i cattolici, chi non si sia posto un dubbio (a proposito di ”dubia”!) di fronte ad un’affermazione così poco cristiana nei confronti di chi dimostra pentimento: non si era forse propagandato, lui stesso, questo papa-fratello, come pontefice della misericordia?
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