Lo sport italiano è in crisi e lo sono le nuove generazioni, vista la triste figura del giovane Alex Schwarzer, maratoneta beccato all’esame delle urine con una dose di epo in corpo che ne ha determinato il fine carriera. Ha fatto intendere che non ha retto la pressione, che si è sentito obbligato ad andare avanti e allora ha commesso l’errore imperdonabile di doparsi.
Se la maratona piange, il calcio non ride, infatti, gli accordi, le scommesse clandestine e le zuffe continue stanno riducendo questo sport a brandelli. Cosa fa il Coni? Cosa fa la FEDERCALCIO? E’ evidente che fanno ben poco, o comunque sbagliano sistema e strada per tenere in piedi lo sport italiano.
Calciopoli ne è l’emblema, infatti, è stata un enorme pasticcio mai chiarito e i colpevoli non sono mai stati puniti, semmai qualcuno è stato anche premiato. Questo lascia passare il messaggio che si può imbrogliare e poi tanto o si viene perdonati, o i reati vanno in prescrizione, oppure si risolve tutto a tarallucci e vino e s’insabbia la cosa. Sale il risentimento di chi è stato penalizzato ingiustamente e non si può non costatare che in ogni altro paese civile ci si dimetterebbe.
Se questo è il messaggio che passa, è ovvio che un ragazzo accetta dei soldi per combinare una partita, oppure si inietta in vena delle porcherie per vincere una gara, poiché non vede l’esempio dall’alto come ci insegnava invece il compianto presidente Sandro Pertini.
Se il giovane Alex Schwartz è ora a pezzi, il campionato di calcio italiano sta per iniziare in ombra, sotto tono, e non si vede l’ombra di una blanda giustizia, vedi il caso “Antonio Conte”, allenatore della Juventus, cui si pretende qualcosa di abnorme, si chiedono pene grottesche, quando invece la FIGC sa che non dovrebbe calcare la mano sulla Juve, che non merita di essere ancora penalizzata.
Si ricorda che Luciano Moggi non ha commesso reato, ma ha “pensato di farlo”, questo è uscito dal processo, ed è vero che il reato è previsto, ma è troppo poco davvero.
A Roma, Palazzi, ormai famoso procuratore federale, quando dovette occuparsi di giudicare l’Inter, che alla fine non giudicò, se la prese con molta calma. Arrivarono durissime repliche di Moratti, che ovviamente non fu mai deferito, e quando invece apre bocca Agnelli, viene sempre giù il teatro e piovono guai, indagini e pene severe; che c’entrino i 400 milioni di euro chiesti come risarcimento?
L’affare “Conte” sembra molto palese e non si fanno passi in avanti.
Il 3 agosto 2012 Andrea Agnelli risponde dal sito ufficiale della Juventus in merito all’esito parziale della farsa che vede ancora una volta danneggiato il club bianconero e Calciopoli è lontana dal risolversi. “Costato che la Federazione Italiana Gioco Calcio e la sua giustizia sportiva continuano a operare fuori da ogni logica di diritto e di correttezza sostanziale.(…) Le risultanze dei vari deferimenti dimostrano enormi contraddizioni e volgono alla tutela esclusivamente di chi gli illeciti li ha commessi.(…)La rispettabilità dei singoli è messa a repentaglio ed è quindi a loro che spetta la parola finale sulle decisioni da assumere, con la consapevolezza che la Juventus li sosterrà in tutti i gradi di giudizio”. E’ questo che fa paura alla federazione, questo andare per tribunali della Juventus, questa determinazione a chiedere 400 milioni di risarcimento per Calciopoli, alla luce delle prove contro altre squadre non punite bensì premiate e andando per tribunali, chi cerca trova!
Quando a mezzo stampa Moratti risponde piccato, ci sono toni accomodanti nei suoi confronti, mentre al contrario i toni si fanno duri e stizziti nei riguardi del presidente juventino.
Si parla quasi di arroganza per il modo quasi irridente con cui la FIGC sottolinea le contraddizioni in cui cadrebbe Andrea Agnelli e questo è paradossale, visti i precedenti e l’esempio che la Federazione gioco calcio sta dando alle nuove generazioni. Se questo è lo sport, la giustizia sportiva, la facilità con cui si possono saltare i controlli anti doping, allora lo sport italiano è in declino, pertanto se si vuole un’inversione di tendenza, si devono cambiare i vertici, che arrivino le dimissioni.
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