Roma, si è tenuto giovedì 15 novembre nella sala Aldo Moro della Farnesina il VI congresso della FUSIE, Federazione Unitaria della Stampa Italiana all’Estero.
I rappresentanti delle testate giornalistiche sono arrivati da tutto il mondo per discutere del futuro della stampa estera, del decreto legislativo del Movimento 5 Stelle e su come utilizzare al meglio internet per fare informazione.
Il tasto più dolente è il decreto legislativo del 15 maggio 2017 numero 70 che ridefinisce la disciplina dei contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici. I beneficiari del contributo sarebbero i quotidiani italiani in lingua italiana editi e diffusi all’estero, o editi in Italia e diffusi prevalentemente all’estero.
“Il nostro compito è di coinvolgere tutti i parlamentari e di combattere affinché sia evidente a tutti la specificità della stampa all’estero e per l’estero”- ha spiegato il presidente della FUSIE, Gianni Cretti – “Non è possibile misurare il valore che ha da sempre la stampa estera attraverso dei numeri e delle percentuali. Noi rappresentiamo l’italianità che viaggia per tutto il mondo” – ha continuato – “siamo portatori di un’esperienza così ricca che non può essere persa. Saper coniugare esigenze ed interessi diversi e saper utilizzare al meglio i media e internet è una responsabilità che dobbiamo assumerci per il futuro dell’editoria”.
Cretti aprendo i lavori del Congresso ha anche voluto ringraziare pubblicamente il Sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo: “Questo appuntamento si tiene grazie all’interessamento del Sottosegretario Merlo, il quale fin da subito si è reso disponibile all’ascolto e ha aperto quei canali che hanno reso possibile realizzare il nostro Congresso”.
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Durante il dibattito i rappresentanti hanno spiegato che è giusto guardare al futuro dei media e del supporto online, ma che è impensabile eliminare il cartaceo, “la fetta di lettori che appartiene alla prima generazione di emigrati all’estero non può compiere questo passo” – ha spiegato Ilaria Del Bianco, presidente dell’associazione Lucchesi nel Mondo – “Vogliamo un panorama chiaro del nostro futuro. Noi ci impegneremo in questo cambiamento, ma in questo momento di transizione non si possono chiudere le testate perché si rischia di perdersi qualcosa per strada”.
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“Il governo – ha detto Mauro Bafile, La Voce di Caracas – non può chiudere gli occhi davanti alle realtà più delicate, come quella del Venezuela, casa di una delle comunità italiane più numerose al mondo, dove molte testate saranno destinate a scomparire a causa della censura del governo e dove in molte zone la luce e la connessione internet spariscono per ore”.
Ancora non è chiaro quali saranno i tempi di attuazione delle manovre politiche, è certo però che si dovrà tenere conto delle esigenze di quei milioni di italiani, tra italiani residenti all’estero, studenti erasmus, italofoni, figli di emigrati e parlanti italiano come seconda lingua, che si trovano in tutto il mondo e che contano sulla stampa italiana per mantenere vivo il contatto con la propria terra e con la propria lingua.