I dati, sebbene suscettibili di lievi modifiche anche sulla base dell’esito dei ricorsi, riportano questo quadro: UNSA 1.846 voti; CGIL 655 voti; UIL 602 voti; FLP 394 voti; CISL 336 voti; Conf-intesa 205 voti.
La CONFSAL UNSA, sulla base di questi risultati, ringrazia i responsabili di sede, i candidati, i colleghi impegnati nelle Commissioni elettorali, gli scrutatori e “chi in noi ha riposto la sua preziosa fiducia”. Risultati, questi, che superano quelli del 2015 e che sono “nettamente superiori al numero degli iscritti”.
“Negli ultimi tre anni – recita sempre il comunicato – il nostro Sindacato ha fatto di tutto per non deludere la fiducia dei lavoratori, centrando gli obiettivi che si era prefissato e che hanno riguardato TUTTE le categorie di personale del MAECI”.
Tra gli obiettivi raggiunti “lo sblocco del CCNL, grazie alla Sentenza n. 178 della Corte Costituzionale a seguito di un ricorso CONFSAL-UNSA, quindi pagamento degli aumenti contrattuali con arretrati alle AA.FF.; la riapertura del tavolo sindacale presso l’Aran a seguito di intervento della Confsal-Unsa sul Min. Madia per ottenere anche per il personale a contratto a legge italiana l’estensione dei benefici del CCNL, da cui le altre Sigle sindacali li avevano volutamente esclusi lo scorso dicembre, con stanziamento dei relativi incrementi sul FUA; aumenti retributivi per il personale a contratto in ca. 90 Paesi (dal 2015 ad oggi); progressioni economiche per le AA.FF. nel 2017 (ca. 65% del personale) e nel 2018 (ulteriore ca. 15%); in sede di legge di stabilità emendamento per l’equiparazione previdenziale del personale a contratto al restante personale; attività di contrasto al trasferimento di competenze consolari a Patronati ed altri soggetti estranei al MAECI, a tutela dei posti delle AA.FF. all’estero”.
Proseguendo nell’enumerazione dei risultati centrati nel corso degli ultimi tre anni, sempre in legge di stabilità, vengono citati nel comunicato due distinti emendamenti per l’innalzamento dell’organico delle AAFF e del contingente a contratto.
“Non dimentichiamo – prosegue – la recente vittoria in sede di giudizio, quando, grazie a noi, è stato accolto dal Tribunale di Roma il ricorso contro il ritardato pagamento del TFR ai dipendenti pubblici: ora si va in Corte Costituzionale”.