Matteo Renzi punta tutto sull’ottimismo, ma quando i dati parlano fin troppo chiaro, è difficile per tutti vedere il bicchiere mezzo pieno. I dati Istat diffusi nelle ultime ore inchiodano il presidente del Consiglio e il suo governo al muro delle proprie responsabilità, in particolar modo in campo economico.
Alcune cifre? Nel mese di luglio aumentano ancora i disoccupati. Rispetto al mese precedente la disoccupazione aumenta sia per la componente maschile (+3,3%), sia per quella femminile (+1,0%). Anche in termini tendenziali il numero di disoccupati cresce sia tra gli uomini (+0,9%) sia tra le donne (+9,3%). Anche su base annua l’inattività diminuisce sia tra gli uomini (-0,2%) sia tra le donne (-1,6%).
Guardare i dati sulla disoccupazione relativi all’Europa non conforta. I giovani europei che non lavorano, non studiano e non seguono corsi di formazione, costituiscono una perdita per l’economia europea di 162 miliardi di euro l’anno. E volete sapere qual è la situazione più grave? Manco a dirlo, quella italiana, con un danno calcolato pari a 35,2 miliardi di euro.
Insomma, Matteo Renzi a quanto pare è bravo solo a chiacchiere. Il Paese è fermo, anzi, peggiora. Concentrato com’è con le riforme, delle quali gli italiani se ne fregano altamente, impegnato a farsi vedere sui social mentre si getta addosso dell’acqua ghiacciata, evidentemente il premier si è dimenticato che c’è un’Italia da mandare avanti e che i cittadini vogliono lavoro, lavoro, lavoro. Soldi in tasca, da spendere, per vivere. Gli 80 euro, dati per giunta a chi un lavoro ce l’ha già, hanno certamente fatto contenti tanti, hanno sicuramente rappresentato un’ottima mossa elettorale a favore del Pd, ma non hanno portato alcun beneficio all’economia italiana o a chi un lavoro non riesce a trovarlo.
L’opposizione al governo dell’ex sindaco di Firenze si fa sentire con forza da parte della Lega. Roberto Maroni, governatore della Regione Lombardia, commenta: i dati “sono molto preoccupanti. Non bastano i proclami e gli annunci, bisogna passare al governo del fare e non al governo del dire che qualcosa si farà”.
Prende l’occasione al volo Beppe Grillo, leader M5S: “I dati sulla disoccupazione dicono che nell’era Renzie perdiamo 1000 posti di lavoro al giorno. Ta 1000 giorni avremo 1.000.000 di disoccupati in più. Disoccupati, tornate dalle vacanze belli allegri davanti alla fabbrica chiusa. E Forza Renzieee”.
Per Renato Brunetta, Forza Italia, ormai “diventa sempre più realistico pensare che la crescita del prodotto interno lordo italiano sarà negativa anche nel 2014. Con quel che ne consegue in termini di tasso di disoccupazione, di rapporto deficit/Pil e di pareggio strutturale di bilancio”. Insomma, “comunque vada, sarà un disastro”.
Ignazio La Russa, deputato di Fratelli d’Italia-AN: “L’Italia e’ ufficialmente in deflazione. I ‘mitici’ ottanta euro si sono rivelati quello che avevamo denunciato: una mancia elettorale".
Si fanno sentire anche i sindacati. Ecco le parole di Geremia Mancini, segretario generale Ugl: “I dati diffusi dall’Istat sono un vero e proprio macigno che si abbatte sulla politica delle enunciazioni del governo Renzi”. Un “macigno”. Su Renzi e su tutti i suoi ministri. Ma il vero macigno è per quegli italiani che anche a causa di scelte economiche sbagliate fatte dall’attuale esecutivo si ritrovano ancora senza un lavoro, senza un reddito, senza un centesimo in tasca.
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