"Per fare il sindaco di Roma serve un politico che si dedichi al suo lavoro rimanendo in città, che non voglia tappare qualche buca per lanciarsi verso Palazzo Chigi e che non vada a cena al ristorante usando i soldi dei cittadini". Lo sostiene Francesco Storace, leader della Destra ed ex presidente della Regione Lazio, in una intervista al Tempo.
"Siamo nel consueto casino, ci manca che qualcuno candidi Claudio Villa, salvo scoprire che è morto da qualche anno. La ricerca di nomi altisonanti ci distoglie dalla Stella Polare: dopo Roma Capitale è necessario ricostruire, con tutto il rispetto per le personalità. Rita dalla Chiesa è una figura importante della cultura e dello spettacolo con un nome altisonante, ma per Roma serve un pizzico di esperienza e di competenza e lei è stata onestissima nel riconoscerlo. Ugualmente per Bertolaso, non possiamo fare i comizi con gli avvocati sul palco e questo l’ho detto anche a Berlusconi. Immaginiamoci la canea della sinistra”.
“La campagna elettorale a Roma è una cosa tosta, ci sono anche i grillini. E allora chi la deve decidere questa candidatura? Ho molto apprezzato la presa di posizione di Salvini, che è il leader della prima forza del centrodestra: facciamo le primarie, se non decidono i politici facciamo decidere il popolo".
Storace conclude: "A Berlusconi ho detto: voi pensavate che ero disperso, in realtà ero al lavoro. E questo ci ha fatto raggiungere un risultato decoroso. Io mi sono candidato sindaco per Roma, per farmi tirare indietro mi devono porre davanti a un nome convincente, perché non ho ancora capito come dev’essere questa coalizione, chi deve essere il candidato e soprattutto perché non lo deve indicare il popolo. Anzi facciamo le primarie di centrodestra nello stesso giorno del centrosinistra, sarebbe molto bello".
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