Virginia Raggi, candidata sindaco per i Cinque Stelle a Roma, in una intervista al Corriere della Sera riferisce che Beppe Grillo le ha detto che “non vede l’ora…”. Raggi dice di aspettarsi "un buon risultato" perché "credo di aver fatto una campagna appassionante e divertente". E della possibile assenza di Grillo al comizio conclusivo dice: "Lui ci ha sempre supportato, ha dichiarato che vuole fare un passo di lato ed è giusto così. Non credo che la sua assenza possa influire, in ogni caso ci farà avere il suo sostegno".
Smentisce dissapori con Roberta Lombardi, ora nel suo staff: "Non abbiamo mai litigato" e "non è cambiato nulla. Io prima ero in consiglio comunale. Ci confronteremo su tematiche multilivello, come la gestione dei rifiuti". Nessun passo indietro poi sul codice etico: "Perché mai? Per noi il codice etico è importantissimo, rappresenta la nostra coerenza verso il programma". Quindi torna sulla questione delle aziende partecipate: "Il Comune ha 80 partecipate di vari livelli con altrettanti consigli di amministrazione, presidenti, amministratori unici e questo ha un costo di 1,7 miliardi di euro: è evidente che c’è un problema", "stiamo studiando delle soluzioni. Il punto non è il dato numerico, ma un ritorno all’efficienza".
"I nomi che ho in mente per la mia giunta? Stiamo ancora vagliando tante persone. E lo stesso discorso vale per il vicesindaco", "la parola finale è sicuramente la mia, il sigillo è mio. L’esame dei curriculum e delle esperienze precedenti lo stiamo facendo congiuntamente". Raggi ammette che "nella ricerca degli assessori ho avuto e sto avendo qualche problema, perché c’è il tema del rispetto della parità di genere e molte donne mi dicono che non ce la fanno a conciliare il ruolo dell’assessore insieme al carico della famiglia, e questo nel 2016 è preoccupante".
Precisa poi che sono sul suo tavolo anche "curriculum internazionali" e che per il "board cultura" "ho intenzione di proporre nomi che non appartengono al mondo strettamente artistico o dello spettacolo, ma che hanno una visione culturale a 360 gradi", "si tratta di un laboratorio permanente di idee".
Conferma la voglia di creare un assessore alla smart city: "Roma è una città concettualmente vecchia. La digitalizzazione, l’informatizzazione in alcuni campi non è minimamente presa in considerazione. Credo che una spinta dalla tecnologia ci possa aiutare", "anche con delle app dedicate per segnalare problemi legati al decoro urbano o per facilitare la vita dei turisti".
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