In casa del chirurgo dem si punta alla vittoria al ballottaggio ma si pensa anche alla squadra di governo. Ignazio Marino va avanti e tira dritto per la sua strada, la stessa che lo ha portato ad essere vincente prima alle primarie ed ora al primo turno delle amministrative. All’ex senatore del Pd arriva da piu’ fronti l’invito a cercare ‘larghe intese’. ‘Chi vince le elezioni per poter effettivamente governare per 5 anni deve organizzare una condivisione che va oltre partiti o fazioni che rappresentino solo una minoranza’, avverte l’ex sindaco Francesco Rutelli. Ma Marino segue un suo filo: ‘Per il ballottaggio puntero’ sui temi importanti per la citta’. A partire, ad esempio, dalla sicurezza’, assicura lanciando anche oggi il suo amo al Movimento 5 Stelle e sottolineando il ‘grande rispetto verso i suoi elettori e i temi che portano avanti, che sono condivisi’.
Il chirurgo dem, intanto, non vuole restare impreparato e immagina la sua possibile giunta. Assessori al 50% ‘in rosa’, come aveva annunciato piu’ volte durante la campagna, ma soprattutto scelti sulla base del merito e delle loro competenze. Non sara’ tanto ingombrante la longa manus dei partiti per la scelta delle poltrone, in particolare quella del Pd. Al tavolo delle richieste arriva ‘indebolito’ e con poche carte buone in mano. Non e’ un segreto che prima dell’arrivo del neosegretario Guglielmo Epifani i democratici erano piu’ impegnati in una lotta intestina tra correnti che nel sostegno della candidatura di Marino – due settimane prima del voto erano arrivate come un macigno le parole del segretario del Pd Lazio Enrico Gasbarra che si era imposto un ‘silenzio forzato’ sul caos del partito annunciando di dire cio’ che pensava solo dopo le elezioni.
E proprio ieri, in un affollato Teatro Capranica dove aveva riunito i suoi sostenitori, Marino ha ringraziato solo il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, ‘l’unico a non averlo mai lasciato solo’ in questa corsa al Campidoglio. E questo ringraziamento ha tanto il sapore di un’accusa nei confronti di un partito polverizzato a livello nazionale e decapitato nella segreteria romana. Se ci sara’ qualcuno che Marino ascoltera’ per dei consigli sulla formazione della sua squadra, quello sara’ Zingaretti. Le urne hanno visto tra l’altro un Pd in flessione rispetto alle politiche di febbraio mentre Sel incassa ben due punti in piu’. E al partito di Vendola potrebbe essere riservato, visto l’appoggio della prima ora alla candidatura di Marino, la poltrona di vicesindaco o sicuramente un assessorato di peso. In molti parlano di Luigi Nieri, capolista di Sel, come tassello certo della giunta, magari con delega a Ambiente e Agroalimentare o alle Periferie di cui si occupo’ da assessore gia’ nel 2001 nel primo governo Veltroni. ‘Non so ancora, ora e’ il tempo di vincere’ chiosa Nieri. Tramonta invece l’ipotesi del ticket con Andrea Mondello, ex presidente della Camera di Commercio di Roma. Secondo quanto si apprende, Marino vorrebbe come suo numero due una donna. Decisione su cui non e’ disposto a cedere di un millimetro. Cosi’ come su un Campidoglio ‘casa di vetro’ e lo stop agli sprechi. Se il chirurgo diventera’ sindaco un primo segnale arrivera’ sul versante consulenze. Per una trentina di dirigenti esterni, nominati a chiamata diretta dal sindaco Alemanno grazie alla legge Bassanini bis, la collaborazione arrivera’ al capolinea. Era consuetudine per quel determinato tipo di figure che, al ‘passaggio del testimone’ al Palazzo Senatorio, il loro contratto venisse prorogato di qualche mese – contratti ovviamente legati al mandato del sindaco. Cosi’ sembra non sara’, per dare un segnale di cambiamento chiaro ai cittadini.
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