Tosi contro tutti a Verona, per capire se dal capoluogo scaligero puo’ uscire la ‘Lega del futuro’ – come l’ha definita Bobo Maroni – o se ancora il Pdl e’ fondamentale per consentire al centrodestra di governare anche a livello locale.
A Verona sono in sette ai blocchi partenza per la poltrona di Palazzo Barbieri che sara’ assegnata nelle elezioni del 6 e 7 maggio. Ma quando manca una manciata di ore allo starter, sembrano tre i candidati con reali possibilita’ di giungere almeno al ballottaggio. Il sindaco uscente Flavio Tosi, leghista, supportato da sette civiche; Luigi Castelletti, Pdl, Udc, Fli, accompagnato da quattro liste di moderati, e Michele Bertucco, voluto dal Pd, che gli affianca altre sei simboli d’appoggio. Gli spazi appaiono alquanto ridotti per gli altri quattro candidati in lizza: Luca Castellini (Forza Nuova), Gianni Benciolini (Movimento 5 Stelle), Patrizia Badii (Veneto Stato) e Ibrahima Barry (Alternativa Comunista).
Flavio Tosi, 42 anni, con una lunga e ‘pesante’ militanza nel Carroccio, che prima di Palazzo Barbieri lo aveva portato a diventare nel 2007 assessore regionale alla Sanita’. Uomo da consensi bulgari, (arrivo’ in regione nel 2005 con 28mila preferenze e divenne sindaco con il 67,7% dei suffragi), Tosi anche oggi sembra il ritratto felice di chi sta per sedersi ad un banchetto perennemente affamato. Probabilmente perche’ intuisce che nonostante tutti i guai dei lumbard, con le inchieste sui fondi della Lega, sa di avere dalla sua il consenso che finora la citta’ gli ha sempre dimostrato. ‘Se dovesse andare male – ha raccontato oggi, seduto vicino a Bobo Maroni -, tornero’ a fare il programmatore, una professione che mi e’ sempre piaciuta’. Maroni ha fatto finta di non sentire, ribadendo che ‘Tosi nel governo di Verona e’ stato un modello per sviluppare principi in temi di sicurezza, ordine pubblico, ma anche con tante piccole azioni che ha sviluppato al meglio’. ‘Sicuramente – ha aggiunto il triumviro leghista – e’ un cardine, uno dei pilastri come dirigente della Lega’.
Spera di riuscire a costringerlo ai ‘supplementari’ l’ex presidente della Fiera e avvocato penalista Luigi Castelletti, 57 anni, che oggi – per la seconda volta in due settimana – ha fatto approdare in citta’ il leader dell’Udc Pierferdinando Casini, inframmezzato da una visita del segretario del Pdl Angelino Alfano. ‘Castelletti e’ un personaggio serio – ha spiegato Casini – che conoscono tutti: certo che se i veronesi pensano ad una persona che vende del fumo…lascino perdere. Ma se pensano invece di volere che alla gente venga restituita la serieta’ l’impegno la consapevolezza, Castelletti e’ la scelta giusta. In questi anni c’e’ chi ha venduto fumo, troppo. Noi proponiamo qualcuno che vende arrosto’. ‘Andremo al ballottaggio con la Lega – ha concluso il leader centrista – e allora vinceremo’. Castelletti ha interrotto oggi pomeriggio la propria compagna elettorale, in segno di lutto per la scomparsa di un candidato della sua civica, Giambattista Ruffo, gia’ presidente della societa’ letteraria e consigliere dell’ente lirico.
Michele Bertucco, vincitore delle primarie del Pd, e’ – per sua stessa ammissione – l’anima ambientalista della sfida elettorale. Gia’ presidente regionale di Legambiente Bertucco, 48 anni, impiegato di banca, sembra avere tenuto il megafono basso in questa campagna. Ma a sostenerlo sono arrivati in riva all’Adige Enrico Letta, Pierluigi Bersani, Rosy Bindi e Nichi Vendola. ‘Non ho visto un gran clima ‘pro Tosi’ in citta’ – ha detto Bertucco: la cosa che non ha funzionato e’ l’assenza di Tosi nei contraddittori, la difficolta’ di parlare dei temi della citta”.
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