La stretta sui consumi si fa sempre piu’ forte, la conferma e’ arrivata dai dati Istat sulle vendite al dettaglio, che ad ottobre sono scesi a picco. I tagli alla spesa non hanno risparmiato l’alimentare, con il giro d’affari che si e’ ridotto anche nella grande distribuzione, si salvano solo i discount. Intanto la Consulta ha detto si’ a orari di apertura liberi per i negozi: con una sentenza ha dichiarato non fondata una questione di legittimita’ costituzionale sollevata da otto Regioni sulla liberalizzazione decisa con il decreto salva Italia. Per la Corte, infatti, il provvedimento da’ una spinta alla concorrenza.
Tornando all’ultima rilevazione sulle vendite, l’indebolimento della domanda non e’ certo una novita’, con ottobre si e’ giunti al settimo calo tendenziale consecutivo, ma la flessione si e’ fatta piu’ decisa, mettendo una seria ipoteca sulla conclusione dell’anno: il 2012 potrebbe fare ancora peggio del 2009 se le feste di Natale e Capodanno non riusciranno a dare nuovo impulso ai consumi. D’altra parte i numeri forniti dall’Istituto di statistica parlano chiaro: il valore delle vendite al dettaglio si e’ ridotto dell’1% rispetto a settembre, con una diminuzione dell’1,3% sui prodotti per la tavola. Su base annua le cifre peggiorano ancora con il ribasso che diventa pari al 3,8%. Non c’e’ stato comparto escluso dall’arretramento, sono risultati in forte perdita anche le voci elettrodomestici, radio, tv (-6,6%), calzature, articoli in cuoio (-6,3%), abbigliamento e pellicceria (-5,9%). Tra i dati forniti dall’Istat c’e’ solo un numero positivo e riguarda i discount alimentari (+0,6%), che proprio dalla crisi traggono profitto, catturando chi vuole risparmiare sulla qualita’. Invece ottobre e’ stato un mese ‘nero’ per il resto della grande distribuzione (-4,8%). Ecco che la perdita complessivamente accumulata dalle vendite al dettaglio nei primi dieci mesi del 2012 e’ stata dell’1,9%. Confcommercio vede nero: ‘l’ultima parte dell’anno potrebbe confermare o addirittura enfatizzare lo stato di crisi della spesa delle famiglie’. Confesercenti parla di ‘una preoccupante accelerazione della flessione’. Le stime di Federconsumatori non lasciano scampo: secondo l’associazione la caduta dei consumi a fine anno sara’ del 5,2%. Coldiretti, invece, da’ conto delle nuove tendenze di consumo, con ‘quasi due italiani su tre che tagliano sulla spesa’, e ‘il 56% che fa lo slalom alla ricerca delle offerte speciali’.
Per recuperare il terreno perduto i negozi potranno pero’ sfruttare la liberta’ negli orari di chiusura e apertura e tenere alta la saracinesca anche la domenica: a sancire la liberalizzazione e’ arrivata la pronuncia della Corte Costituzionale sulla questione portata avanti da un folto gruppo di Regioni. Per la Consulta, infatti, la misura ‘favorisce, a beneficio dei consumatori, la creazione di un mercato piu’ dinamico e piu’ aperto all’ingresso di nuovi operatori, e amplia la possibilita’ di scelta del consumatore. Si tratta, dunque, di misure coerenti con l’obiettivo di promuovere la concorrenza’.
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