E’ stato un giugno nero per l’export, ma soprattutto per l’import: a certificarlo e’ l’Istat che ha registrato per le vendite all’estero un calo dell’1,4% su maggio e per gli acquisti un crollo del 5,3%. Su base annua il quadro cambia per le esportazioni, ancora positive, ma non per le importazioni.
La forte riduzione dei flussi commerciali in entrata va a tutto beneficio della bilancia, in avanzo per 2,5 miliardi di euro, come non accadeva dal lontano luglio del 2005, ovvero da circa sette anni. Tirando le somme sul primo semestre del 2012, il saldo e’ risultato cosi’ quasi vicino al pareggio, grazie al consistente surplus che e’ arrivato dall’interscambio di prodotti non energetici.
Guardando piu’ da vicino cosa e’ accaduto nel mese di giugno alle esportazioni, l’Istituto di statistica sottolinea come le vendite siano riuscite a conservare il segno piu’ (+5,5%) grazie ai prodotti petroliferi raffinati e ai metalli verso gli Stati Uniti, ai metalli (come l’oro) verso la Svizzera e i Paesi Opec, dove forte e’ stato pure l’afflusso di macchinari e apparecchi Made in Italy. Infatti, complessivamente si tratta di un pacchetto che ha contribuito per il 30% alla crescita annua delle esportazioni. Mentre hanno pesato sul rallentamento delle vendite all’estero le flessioni delle macchine utensili indirizzate alla Cina e di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici destinati al territorio elvetico.
Nel dettaglio, quanto ai settori, a giugno hanno fatto bene sport, giochi, strumenti musicali (+17,8%), al contrario hanno fornito una brutta performance i mezzi di trasporto (-3,1%). Sul fronte geografico il calo mensile dell’export e’ stato frenato dai mercati europei, rimasti stabili. A giugno, infatti, e’ stata marcata la perdita subita dal Made in Italy nei Paesi oltre i confini Ue.
Passando alle importazioni, l’Istat ha calcolato che in termini tendenziali la diminuzione degli acquisti di autoveicoli dalla Germania, di prodotti chimici dal Belgio e di computer dalla Cina ha comportato quasi il 25% del ribasso. Hanno invece offerto una spinta gli acquisti di minerali energetici (petrolio greggio e gas naturale) e di prodotti petroliferi raffinati dai paesi Opec, di gas naturale dalla Russia e di articoli sportivi, giochi, strumenti musicali dai Paesi Bassi.
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