Sono convinto che nel mondo globalizzato non esista un’alternativa al processo di integrazione, proprio perchè il successo può essere raggiunto solo unendo le forze. Senza fare un lungo excursus storico vorrei menzionare due esempi della storia europea moderna sui progetti d’integrazione, uno di successo e l’altro no:
– Il primo processo è l’Unione Europea, un progetto riuscito e in crescita da 60 anni;
– L’altro è l’Unione Sovietica che, fondato sulla violenza e sulla costrizione, si è rivelato fallimentare (famoso “crollo”).
Le differenze che hanno influito sullo sviluppo delle due Unioni (o sul successo di due progetti), stanno nei principi e nei valori. Per entrare nell’Unione Europea c’è la fila dei Paesi che sono pronti a compiere un duro lavoro per assicurare democrazia, diritti umani e rule of law. Non solo: i Paesi, e questa non è cosa di poco conto, anzi, hanno scelto liberamente di far parte dell’Europa unita. Al contrario, l’Unione Sovietica ha “annesso” quindici Paesi membri tramite l’occupazione militare, l’annessione e l’eliminazione fisica di tutti i dissidenti. Per tutte le persone non allineate con il Cremlino sono stati riaperti molti gulag in Siberia.
Per me che rappresento oggi il Paese con la più alta percentuale di cittadini con aspirazioni europeiste, è un grande onore essere presente oggi a Roma, dove, ancora una volta, si lancia un innovativo progetto europeo. E se in passato ho studiato la storia dell’integrazione europea dai libri e dagli incontri con i politici che partecipavano a questo processo, oggi sono testimone attivo della rinascita dello Spirito di Messina, che portò agli storici Trattati di Roma.
Yevhen Perelygin
Ambasciatore Di Ucraina in Italia
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