“I Com.It.Es. di Israele esprimono la propria viva preoccupazione per le modalità con le quali i media italiani stanno coprendo i recenti episodi di violenza in Israele. In due mesi in Israele ci sono stati 23 morti e 186 feriti in 75 attacchi coi coltelli, 10 con armi da fuoco, 11 per investimento automobilistico premeditato. Ci rifiutiamo di pensare che per la stampa italiana il sangue israeliano possa valere meno di quello europeo”. Così in una nota i Comites di Tel Aviv e Gerusalemme.
“Rileviamo che una pratica purtroppo diffusa è quella di riportare con dovizia di particolari la reazione da parte israeliana, senza mai dare rilievo all’attacco che ha generato tale reazione. Questo stravolgimento tra causa (aggressione armata) ed effetto (intervento delle forze dell’ordine) in spregio a qualsiasi etica si intensifica quando sul suolo israeliano arrivano i razzi lanciati dalla Striscia di Gaza e la cronaca riferisce la ‘controffensiva’ di Gerusalemme prima ancora di aver raccontato il fatto. Anche nell’uso degli appellativi rileviamo ci sia in atto una pericolosa deriva giustificativa: vengono chiamati ‘aggressori’, o genericamente ‘adolescenti’, senza che si identifichi mai un ‘terrorista’ come tale, con il risultato che lettori e telespettatori sono indotti a credere che gli israeliani uccidano in modo ingiustificato. Sono decine gli episodi in cui la stampa italiana ignora notizie e minimizza le responsabilità degli assassini, quando non cerca addirittura di conferire un’aura romantica agli attentatori palestinesi”.
“Come italiani residenti in all’estero – si legge ancora nel comunicato -, siamo particolarmente turbati dai recenti episodi di terrorismo in Francia così come siamo vicini alla popolazione israeliana, assediata da un terrorismo analogo. Per questo è due volte inaccettabile avere media che riportano notizie in modo parziale che offende i morti europei e quelli israeliani che finiscono vittime di questo doppio standard. Chiediamo, pertanto – conclude la nota diramata dai Comites di Israele – che vengano assunti provvedimenti di richiamo nei confronti di chi cerchi di fornire una diversa connotazione a fatti criminosi gravi ed ingiustificabili che avvengano nel territorio dello Stato d’Israele e confida che i media italiani prendano al più presto le distanze da queste pratiche”.
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