Una gestazione che ci è sembrata lunghissima, schiacciati come siamo dall’angoscia dello spread che avanza: alla fine la creatura ha visto la luce, e ha mostrato da subito un dna figlio dei tempi, robotico e asettico come il suo padre biologico, meglio, bionico, il professor Mario Monti.
E’ cominciata l’era degli alieni, superuomini criptonizzati in grado di salvare la terra volando in alto, senza abbassare lo sguardo sulle masse popolari. Noi, che della folla rumoreggiante abbiamo perfino paura, non possiamo dire che la cosa ci sconvolga, tutt’altro. Forse finalmente il Paese potrà fare passi avanti, e chi lo guida potrà rispondere alle domande della politica esattamente come ha risposto il professore alla domanda della giornalista sul programma: con un nulla di fatto e una battuta sorniona.
Non sempre la democrazia, e la repubblica, sono foriere di progresso e di civiltà, e rimpiangere l’antica Atene e la sua struttura costituzionale significa non avere il senso della Storia e non riconoscere al demos di allora una composizione completamente diversa. Prova ne sia il rilevante numero di giovani cosiddetti indignados che attualmente bivacca nelle più belle piazze del mondo, che sono patrimonio di tutti, riducendole ad accampamenti di fortuna e a latrine personali.
Oggi c’è bisogno di distacco, di agire nell’interesse delle nazioni e non dei singoli, o dei singoli gruppi, di muoversi con decisione, presto e bene, e di ignorare i ricatti di questo o quel demagogo sensibile solo ai numeri del consenso.
Napolitano dice con parole sagge accompagnate da atteggiamenti paternalistici le stesse cose che Monti dovrà attuare con azioni disciplinari severe, accompagnate da atteggiamenti di rigorosa distanza. Sono loro due, ancor prima che i nuovi ministri, che garantiranno la ripresa di dinamiche virtuose in un Paese troppo viziato.
La composizione del nuovo governo rappresenta la fine della rappresentazione "estetica" della politica, e l’inizio di un ciclo nuovo, di governo oligarchico, basato sul sapere e sul saper fare.
Speriamo che i vari Vendola, Di Pietro, Grillo, con il loro seguito, non ostacolino il percorso necessario alla svolta e non cavalchino l’istinto beluino del popolo.
La cultura deve essere il motore della società: e quando scopriamo che il ministro della Pubblica Istruzione ha cancellato dai licei la Storia dell’Arte e il Diritto, materie che hanno consacrato il nostro primato nel mondo, preferendo aumentare le ore dedicate allo sport, possiamo offrirle umanamente tanto affetto, e farle tanti auguri per il suo rientro in famiglia. Null’altro possiamo esprimere, per non ferire la sua dignità.
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