Descrivere la maternità (così come la paternità) può essere complesso: è un’esperienza estenuante e gratificante come nessun’altra. Chi lo ha provato la sa bene. Ciò su cui tutti i genitori sono d’accordo è che l’arrivo di un figlio cambia decisamente la tua vita.
Lo conferma l’ultimo studio di Sitly, piattaforma internazionale con una presenza in nove paesi e più di un milione di utenti, specializzata nella messa in contatto di genitori e baby sitter.
Il rapporto, realizzato a livello europeo, rivela che Spagna e Italia sono i paesi in cui i genitori si sentono più stressati. Costantemente, da quando hanno avuto figli: lo dice il 34% dei genitori italiani e lo conferma il 33% degli spagnoli.
Al contrario, nei paesi del nord Europa, queste percentuali diminuiscono considerevolmente. In Norvegia, una delle nazioni con il più alto tasso di natalità, solo l’11% dei genitori si dice stressato. Seguono la Finlandia con il 22% e la Danimarca con il 28%.
“Il sostegno economico e sociale fornito alle famiglie dei paesi nordici, dove le misure per riconciliare lavoro e vita familiare sono un impegno chiaro e concreto, andrebbe a motivare questa differenza”, spiega Laura Sciolla, responsabile della comunicazione www.sitly.it.
Riduzione dell’orario di lavoro, sì o no
Dopo l’arrivo di un bambino, le coppie sostengono di avere meno tempo per se stesse dato che gli orari ruotano fondamentalmente attorno a quelli dei bambini. Nella maggior parte dei casi, è quasi impossibile conciliare l’orario di un asilo nido o di una scuola con gli impegni di lavoro. Se non si dispone dell’aiuto di un membro della famiglia o di una baby sitter, l’unica soluzione per molti genitori è di ridurre l’orario di lavoro, del padre o della madre.
Questa difficoltà si sente ancor di più durante i periodi di vacanza. I genitori lamentano la mancanza di coerenza tra il calendario scolastico e le ferie. In effetti, secondo lo studio sull’anno scolastico condotto da Eurydice, Rete europea di informazione sull’istruzione, gli studenti italiani hanno quasi 12 settimane di vacanze estive, il che posiziona l’Italia sul podio di un’ipotetica classifica europea.
Il 53% dei genitori italiani afferma che, se avesse potuto, avrebbe chiesto un congedo lavorativo per stare più tempo con i propri bambini, anche a fronte delle difficoltà di trovare un’opzione di assistenza all’infanzia adatta alle proprie esigenze. La metà dei genitori italiani sarebbe persino disposto a abbandonare la propria carriera professionale. Il 65% degli intervistati spagnoli, invece, si dichiarano contrari a questa soluzione.
Cambiamento di abitudini e priorità
Ma avere figli non influisce solo sulla vita professionale dei genitori. “I nostri intervistati lamentano la mancanza di tempo ed energia in generale. Le uscite serali sono più scarse e perdono di spontaneità dato che devono essere pianificate in anticipo, coinvolgendo un parente o una baby sitter”, spiegano dalla piattaforma.
Così il 47% dei genitori italiani dichiara di avere meno voglia di uscire la sera dopo l’arrivo del primo figlio, percentuale similare a quella raccolta tra i norvegesi. Gli olandesi seguono con il 48%; tra gli spagnoli il tema è particolarmente sentito (il 52% perdono ‘lo slancio’ serale). Sorprende la risposta dei genitori finlandesi: quasi otto su dieci affermano di non sentire il desiderio di uscire dall’arrivo dei figli.
Cambiamenti nella relazione della coppia
Tutti i genitori sono d’accordo sul fatto che sono molto più stanchi dal momento che arrivano i figli e si pentono di non poter dedicare più tempo al loro partner. Avere una cena romantica o trovare opportunità per l’intimità sessuale è più complesso con i bambini a casa.
Affrontare le difficoltà poste dalla sfida di educare e crescere un bambino non è un compito facile per la maggior parte delle coppie. Tanto che, sempre dall’indagine condotta da Sitly, risulta che il 24% dei genitori italiani ammettono il peggioramento della relazione dopo la nascita dei figli. Alcuni confessano di invidiare le altre coppie che non hanno bambini, ma in Italia è solo l’8,2% dei genitori.