L’Italia scende formalmente in campo in difesa del Prosecco. In gioco – spiega il quotidiano Avvenire – non c’ è solo uno dei prodotti migliori dell’agroalimentare nazionale, ma anche un patrimonio economico miliardario che significa tutela del territorio e occupazione.
Lo strumento per dare battaglia al Prosek che la Croazia vorrebbe difendere con una menzione geografica tradizionale europea, e che darebbe più che fastidio al nostro vino, è un dossier di 14 pagine che ieri mattina il governo ha inviato alla Commissione.
Nel documento – si legge ancora – è precisata la posizione italiana e le motivazioni tecniche, storiche e territoriali, compresa l’iscrizione delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene nella lista del patrimonio mondiale Unesco e l’incompatibilità del riconoscimento della menzione tradizionale Proek.
Fiducioso Stefano Patuanelli, ministro per le politiche agricole, che spiega: «Le motivazioni per cui ci opponiamo sono ben solide e rappresentate nel documento, tra le principali c’è la questione della omonimia tra la denominazione Prosek e la Dop». Qualche settimana fa, ad avviare un’azione legale europea erano stati la Coldiretti di Treviso e il Consorzio Agrario di Treviso e Belluno.