Colpo di scena, non l’unico a dir la verità, durante la seconda giornata di lavori della Assemblea Plenaria CGIE che si svolge questa settimana alla Farnesina. Claudio Micheloni, senatore del Pd eletto nella ripartizione estera Europa, durante il suo intervento sorprende tutti per i toni usati e per i fatti raccontati.
Micheloni ha annunciato un emendamento Pd in Senato, “prodotto di anni di lavoro”, che punta, tra le altre cose, ad aumentare da 300 a 400 euro la tassa che sono costretti a pagare i discendenti degli italiani nel mondo per il riconoscimento della cittadinanza italiana, qualcosa che in realtà spetterebbe loro di diritto. E meno male che per l’emendamento han perso “anni di lavoro”😑. Geni!
Ovviamente i colleghi dem di Micheloni, e non solo loro, sono balzati sulla sedia. Infatti, a pochi mesi dalle elezioni un emendamento del genere potrebbe davvero essere distruttivo per il Partito Democratico, che già non naviga in buone acque, diviso com’è dai litigi interni e dalla sete di poltrone. Cosa è saltato in mente al senatore eletto in Europa?
Ma Micheloni ha davvero sorpreso tutti quando ha tirato fuori una mail dell’On. Fabio Porta a Fausto Longo, nella quale il deputato avrebbe chiesto al senatore eletto in Sud America di impedire in qualche modo l’aumento della tassa, pena il rischio della loro non rielezione. Avete capito? Della serie “occhio, se aumentate la tassa perdiamo la poltrona!”. A voi pare normale? Eppure anche di queste cose è fatta la politica. O forse dovremmo dire certa politica…
Fatto sta che, in tutto questo circo, l’intervento di Porta comunque non è servito a nulla, l’emendamento verrà presentato e proprio poco fa l’onorevole ha pubblicamente dichiarato che lo ritiene “sbagliato e inopportuno”.
Cosa sta accadendo nel Pd estero? Semplice: volano stracci, come sempre. Ma ora ancor di più, perché le elezioni sono dietro l’angolo. Non è mai stato un segreto che tra i deputati e i senatori Pd non corresse buon sangue. Micheloni, in particolare, negli ultimi mesi si è sempre dimostrato molto critico con il proprio partito. Evidentemente, visto che sa che non si ricandiderà, dice ciò che pensa e fa quello che vuole. Ma a quale costo per il Pd e soprattutto, a quale prezzo per gli italiani nel mondo e i loro discendenti?
Finora il MAIE è l’unica forza politica che si è fatta sentire contro questo pasticcio targato Pd. Da parte nostra, solo un pensiero: speriamo di poter votare al più presto.
SEGUI ITALIACHIAMAITALIA SU FACEBOOK, PER TE CONTENUTI ESCLUSIVI
Discussione su questo articolo