Dai cuochi ai ristoratori, dai contadini agli artigiani, dai negozianti ai tecnici di sicurezza alimentare, dagli addetti della logistica ai sommelier: la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco tutela 4 milioni di lavoratori occupati in una filiera nazionale del cibo che vale 580 miliardi di euro, un quarto del Pil. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti, diffusa in occasione dell’assemblea nazionale dell’organizzazione che ha ricordato i primati del Made in Italy a tavola.
A confermare la necessità della candidatura, segnala la Coldiretti, è la carbonara di pollo sintetico servita in un ristorante a Singapore “ultimo sfregio fatto nel mondo alla vera cucina italiana, dove la storpiatura delle ricette diventa un fantasy horror, dove tutto è permesso”. Tanti i casi ricordati dalla Coldiretti, da carbonara con panna o besciamella al tiramisù senza mascarpone, dall’olio di semi per la cotoletta alla milanese alla caprese servita con formaggio industriale al posto della mozzarella di bufala o del fiordilatte.
La vera cucina italiana è minacciata da una selva di ricette tarocche o quantomeno improbabili, con il 60% dei turisti italiani all’estero che secondo l’analisi Coldiretti/Notosondaggi si è trovato nel piatto maccheroni con il cheddar, spaghetti con le polpette di carne, rigatoni con pollo e pesto, pasta al pesto proposta con mandorle, noci o pistacchi al posto dei pinoli o spaghetti allo bolognese con ragu e prezzemolo diffusi in tutto il mondo tranne che nella città emiliana.