Coldiretti commenta in una nota le dichiarazioni del ministro della Salute, Giulia Grillo, sull’aumento dell’importazione in Italia di cannabis terapeutica dall’Olanda. La coltivazione, trasformazione e commercio della cannabis a scopo terapeutico per soddisfare i bisogni dei pazienti “potrebbe avvenire anche in Italia, e garantire un reddito di 1,4 miliardi e almeno 10 mila posti di lavoro dai campi ai flaconi”.
“L’agricoltura italiana – sottolinea il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo – è oggi pronta a collaborare per la creazione di una filiera controllata capace di far fronte a una precisa richiesta di prodotti per la cura delle persone affette da malattia. Un progetto innovativo che potrebbe vedere il nostro Paese all’avanguardia nel mondo”. Per l’associazione, “solo utilizzando gli spazi già disponibili nelle serre abbandonate o dismesse a causa della crisi nell’ortofloricoltura, la campagna italiana può mettere a disposizione da subito mille ettari di terreno in coltura protetta. Si tratta di ambienti al chiuso dove – precisa Coldiretti – più facilmente possono essere effettuate le procedure di controllo da parte dell’autorità preposte per evitare il rischio di abusi. Un’opportunità che va attentamente valutata, per uscire dalla dipendenza dall’estero e avviare un progetto di filiera italiana al 100% che unisce l’agricoltura all’industria farmaceutica”.
“Una prima sperimentazione potrebbe aprire potenzialità enormi – conclude la Coldiretti – se si dovesse decidere di estendere la produzione in campo aperto nei terreni adatti: negli anni ’40, con ben 100 mila ettari coltivati, l’Italia era il secondo produttore mondiale della cannabis sativa, che dal punto di vista botanico è simile alla varietà indica utilizzata a fini terapeutici”.