Sergio Cofferati, europarlamentare del PD, riguardo l’accordo con l’UE sulla manovra, parlando a Radio Cusano Campus ha detto: “Il comportamento del governo nei confronti delle istituzioni europee è stato pessimo. Siamo passati dagli insulti al Presidente della Commissione ad un accordo che ha il sapore della resa. Chi agisce così non sa esattamente quel che vuole, questo è il messaggio che abbiamo dato, con due risultati pessimi per i cittadini italiani: l’Italia si è isolata e l’incremento consistente dello spread ha danneggiato molti cittadini soprattutto quelli più deboli. Questo si sarebbe potuto evitare, con l’uso della politica. La Francia ha un problema simile al tuo? Benissimo, discuti con la Francia per chiedere se è possibile chiedere insieme di cambiare alcune regole, invece non l’abbiamo fatto perché noi siamo belli, bravi, perfetti. Le regole si cambiano insieme agli altri. Quest’idea di forza, che non so da cosa derivi, è stata poi rimangiata con la furbizia penosa di passare dal 2,4% al 2,04%, non è che i cittadini sono proprio così distratti, per non dire altro, da non rendersi conto della differenza”.
Riguardo i contenuti della manovra. “E’ un’idea bislacca di rivoluzione. La manovra è davvero brutta, perché sono partiti dicendo che avrebbero fatto scelte in grado di far crescere l’economia italiana. Tutte le previsioni hanno rivisto la crescita, ma al ribasso. Da un lato a causa dell’isolamento in Europa, dall’altro perché siamo davanti a una serie di provvedimenti per cui non ci sono le coperture e la questione dell’aumento dell’Iva è inquietante. Se agisci sulle pensioni come hanno fatto, tagliando quelle basse, hai una caduta inevitabile sui consumi che si riverbera sul tuo sistema produttivo. Contemporaneamente non c’è niente sul piano degli investimenti. Per innovare bisogna investire in ricerca e in cultura, non c’è nulla su questo. La crescita non ci sarà. L’arretramento nei confronti dell’Europa con la percezione di sconfitta e le condizioni di difficoltà delle persone porteranno ad avere anche conseguenze nei comportamenti che si riverbereranno sul sistema produttivo. Vedremo poi cosa sarà quota 100, vorrei vedere cosa scriveranno. Poter andare in pensione prima è cosa utile, ma non dovrebbe riguardare tutti i lavori indistintamente. Chi può andar via? Chi ha una condizione buona, un reddito che gli consenta di vivere, altrimenti devi continuare a lavorare. Il reddito di cittadinanza vedremo come sarà quando ci sarà il testo. Contestualmente bisogna presentare un provvedimento di riforma dei centri per l’impiego, che se non funzionano adesso, figuriamoci quando gli saranno assegnate altre funzioni. La campagna elettorale porta a delle semplificazioni, ma non è possibile che dopo un anno di governo ancora non sappiano cosa vogliono fare”.
Sulle condizioni del centrosinistra. “Colpa del renzismo? Gli errori della sinistra partono da prima. Credo ci siano due questioni distinte che vanno in parallelo: una è di carattere culturale-politico, un’altra è una linea di politica economica e sociale. La sinistra ha commesso errori gravi, a cominciare da come ha affrontato la crisi precedente. Il governo Monti ha cambiato una serie di regole importanti per il lavoro e l’economia, senza che la sinistra facesse nulla. Quindi la crisi della sinistra è cominciata lì. L’articolo 18 l’ha toccato la Fornero, poi Renzi l’ha cancellato, attribuendosene il merito. Si è intervenuto su quelli più deboli anziché applicare un principio di solidarietà. Renzi quelle cose le ha fatte diventare una linea politica, basti guardare il jobs act e la buona scuola. Di fronte a questa rottura sociale, non c’è un segno di pentimento nelle scelte politiche che la sinistra sta mettendo in campo. Non so come finirà il congresso del PD, ma non vedo proposte, tutto si riduce a chi deve fare il segretario”.