"Parigi e’ fra sei mesi, ma la sfida e’ domani mattina, e’ stasera". Matteo Renzi, presidente del Consiglio, lo dice nel suo intervento agli Stati generali sui cambiamenti climatici, il primo passo dell’Italia verso la Cop21 di Parigi, in corso a Roma, presso l’Aula dei Gruppi parlamentari.
"Sono molto contento che numerose delle grandi aziende pubbliche italiane si siano poste il tema di Parigi – dice Renzi – sono molto contento che sei petrolieri abbiano scritto una lettera su questo tema all’Unione europea", perche’ se "assumono la priorita’ del tema, e’ gia’ un passo in avanti significativo, ovviamente poi bisogna che atti siano conseguenti e immediate".
Il presidente del Consiglio si dice molto contento che anche nel dibattito parlamentare "sia entrato finalmente il tema della lotta alla cultura dello scarto", ricordando le parole di papa Francesco e la sua enciclica "che ho letto nel weekend e – chiosa ironico – faccio le citazioni solo per far vedere che l’ho letta". Tutto bene, "ma il punto chiave che abbiamo e’ avere una strategia nella quale la politica torni a fare il suo mestiere e l’Italia torni a fare l’Italia".
"So che tra molti di voi ci sono perplessita’ – ricordate prima dallo striscione che e’ stato esposto – per alcune norme che sono contenute nello Sblocca Italia. Io non ci giro intorno, so che e’ tema delicato. Poi si puo’ discutere di singole vicende slegate le une dalle altre, quello che pero’ e’ fondamentale e’ che ci sia la capacita’ di prendere atto di un dato di realta’, e cioe’ che oggi il nostro nemico e’ il carbone". Matteo Renzi continua: in futuro "dovremo andare oltre la semplice lotta contro il carbone, ma finche’ oggi abbiamo una serie di partite aperte che non riusciamo a sbloccare per colpa della burocrazia italiana dobbiamo anche essere capaci di dire le cose come stanno", e cioe’ che anche se le rinnovabili sono "in alcuni settori una straordinaria forza del nostro Paese, una parte del solare soprattutto", resta il fatto che "da qui a domani mattina non finisce il petrolio nel nostro Pianeta, non finisce il gas, che forse e’ una sfida ancora piu’ interessante".
Quindi, "quello che vorrei fare, e a proposito del quale propongo un semestre fecondo e felix – dice il presidente del Consiglio – e’ riuscire per una volta, anche se le sensibilita’ anche ambientaliste sono diverse, a fare di questo tema non piu’ un elemento di divisione ma tentare tutti insieme di utilizzare la sensibilita’ oggettiva che c’e’ oggi in questo governo, e non ho bisogno di citare gli ecoreati o le esperienze di molti di noi come amministratori" con "per la prima volta una priorita’ indicata come assoluta da parte del governo".
SCUOLA Sul Ddl sulla scuola "deciderà il Parlamento" ma "per quello che ci riguarda e’ del tutto evidente che se la riforma passa ci saranno 100 mila assunzioni, se la riforma non passa o non passa in tempo le assunzioni saranno quelle del turn over, che sono circa 20-22mila persone".
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