Torna di prepotenza nel dibattito politico il tema che riguarda la cittadinanza agli immigrati.
Luca Zaia, intervistato da Repubblica, dice la sua: “Trovo legittimo che ci possa essere una discussione sulla cittadinanza, rispetto le idee di tutti ma non sono nemmeno per lo Ius soli. Perché è una scelta che non ci fornisce alcuna garanzia. Saranno davvero italiani? Avranno progetti di vita? Conosceranno la nostra lingua? La cittadinanza non è a tempo determinato e nemmeno revocabile”.
“Se diamo la possibilità a tutti coloro che nascono qui di avere la cittadinanza, sarebbe sufficiente partire da uno dei Paesi vicini e mettere al mondo un figlio qua, per poi tornare a casa” e “difficilmente si riuscirebbe a governare una simile esposizione”.
“Le ultime carte che ho visto sul progetto Ius scholae prevedevano la cittadinanza per chi ha fatto un percorso scolastico di almeno 10 anni – spiega il governatore del Veneto -. Facendo due conti: a 6 anni iniziano con la elementare, più 10 anni fanno 16. A 18 quegli stessi ragazze e ragazzi possono richiedere la cittadinanza italiana. Ed è a questo punto della faccenda che c’è il vero problema. Raggiunti 10 anni di vita in Italia e la maggiore età, e pretesa la conoscenza della lingua italiana, bisogna velocizzare le procedure per ottenere la cittadinanza. In questo l’Italia è colpevole, perché chi fa domanda aspetta anche 3 o 4 anni. I cittadini mi fermano e si lamentano di questo, ma mai nessuno al mercato mi ha chiesto conto dello Ius scholae”.
“Paola Egonu e Myriam Sylla per me sono italianissime. Sono ragazze che hanno un progetto di vita. Infatti penso che a volte tirare in ballo i testimonial sia fuorviante. Paola e Myriam hanno chiesto loro di diventare cittadine italiane, hanno compiuto una scelta”.
Cosa pensa delle aperture di Forza Italia sullo Ius scholae? “FI è libera di esprimere la sua opinione. Ad utile contributo io porto questa riflessione ma usciamo dal tema del colore della pelle e degli sbarchi. Io sto parlando anche di un cittadino americano, piuttosto che giapponese o austriaco. Non buttiamola sempre sul razzismo”.
“Come sempre nel nostro Paese si parte da riflessioni molto ideologiche e poco pratiche. Penso che prima di parlare di Ius scholae o Ius soli si dovrebbe ragionare su che valore diamo alla cittadinanza italiana e sull’opportunità di accettare o meno il doppio passaporto. Siamo la culla della cultura, del fashion, del food, siamo invidiati da tutto il mondo. Perché non ci comportiamo da paese leader e ragioniamo sull’opportunità di concedere una sola cittadinanza? Giappone, Cina, Germania, solo per citarne alcuni, vietano la doppia cittadinanza. Questo orgoglio italiano esiste o no?”.