“Ho presentato questa proposta di legge perché chi nasce o cresce in Italia è italiano. La cittadinanza è un diritto che non può più essere negato a queste figlie e figli d’Italia”, annuncia sui social il deputato Aboubakar Soumahoro, eletto con Alleanza Verdi Sinistra e poi passato nel gruppo Misto.
“La mia proposta di legge, ispirata all’articolo 3 della Costituzione, inserisce il principio dello ius soli per i figli di cittadini stranieri che sarà collegato al requisito del soggiorno della durata di almeno un anno da parte di uno dei genitori, prescindendo dalla formale residenza”, spiega il parlamentare in un post sul suo profilo Instagram.
La proposta di Soumahoro “stabilisce che a chi nasce in Italia da un genitore a sua volta nato in Italia debba applicarsi lo ius soli senza alcun requisito aggiuntivo, perché si tratta di una situazione che indica di per sé l’esistenza di un rapporto inscindibile con il territorio”.
L’attuale legge sulla cittadinanza, “in vigore da oltre 30 anni, viola il principio di uguaglianza e libertà sancito dalla Costituzione; modificarlo deve essere una priorità. Basta pensare che chi è nato o cresciuto qui, a causa di questa legge ingiusta ed obsoleta, non può partecipare a concorsi pubblici e alla vita pubblica del paese; non può votare i propri rappresentanti né, ovviamente, farsi eleggere”, prosegue il deputato.
“Inoltre – sottolinea – è profondamente ingiusto che questi nostri concittadini debbano essere vincolati al permesso di soggiorno dei genitori, rischiando, in caso di scadenza o perdita del lavoro, di trovarsi nella assurda condizione di irregolari a casa propria”.
Infine, “non è giusto che debbono subire limitazioni nel loro percorso di formazione come, ad esempio, partecipare alle selezioni nazionali dello sport o ad un’esperienza formativa all’estero. Per questo, questa mia proposta di legge intende sanare questa ingiustizia e porre fine alle frustrazioni causate alle italiane e agli italiani senza cittadinanza che hanno gli stessi bisogni, desideri, sogni, aspettative e aspirazioni dei loro compagni. Sarebbe un’Italia più giusta, plurale, prospera e aperta al futuro”, conclude Soumahoro.