La notizia è iniziata a circolare sui social nel fine settimana: nel testo della manovra si parla di nuove tasse per gli italiani all’estero. In particolare fa discutere, e preoccupa i nostri connazionali oltre confine e i loro discendenti, l’aumento del 100% della tassa per la presentazione della pratica per la cittadinanza italiana, ora fissata a 300 euro.
Dunque si arriverebbe a 600 euro: una vera follia, visto che si tratta di parecchi quattrini, in particolare se pensiamo a certe zone del mondo, come il Sud America, Argentina e Brasile in particolare.
Sulla questione è subito intervenuto il Sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo, fondatore e presidente del MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero, che alla rivista italo-brasiliana Insieme ha dichiarato: “Il MAIE non voterebbe mai una Legge di Bilancio che prevede un aumento del 100% su una tassa che abbiamo ritenuto ingiusta fin dalla sua nascita”. Merlo ha inoltre negato qualsiasi supporto all’iniziativa, ribadendo che “saremo sempre dalla parte degli italiani all’estero”.
“In primo luogo” – ha detto Merlo a Insieme nella mattinata di sabato – “abbiamo bisogno di vedere il testo finale”. Quindi, ha continuato “è necessario capire che la Legge di Bilancio segue un percorso e può essere modificata in Parlamento”. In tal caso, ha dichiarato Merlo, “faremo di tutto per impedire questo aumento” e comunque, assicura, “noi non lo voteremmo”.
La notizia di un aumento del 100% della cosiddetta “tassa di cittadinanza” è stata riportata dall’agenzia di stampa italiana Ansa, nella sua edizione America Latina, che fa riferimento ad un testo provvisorio proposto dal governo. Ricordiamo che la tassa di 300€ per ogni domanda di riconoscimento della cittadinanza per diritto di sangue, tassa voluta e imposta da un governo a guida Pd, è in vigore dall’8 luglio 2014.