Alessandro Bertoldi, direttore esecutivo dell’Istituto Milton Friedman, a proposito della riforma che riguarda la cittadinanza ius sanguinis, fortemente voluta da Tajani e approvata dal Consiglio dei ministro venerdì 28 marzo, dichiara: “Con il decreto approvato dal Governo italiano, nemmeno figure come Javier Milei o Jair Bolsonaro, entrambi di origini italiane, avrebbero potuto ottenere la cittadinanza.
È un provvedimento miope, che taglia il legame con milioni di discendenti italiani nel mondo”.
“Gli italiani all’estero contribuiscono molto più di tanti residenti in Italia all’economia, al commercio e all’immagine del nostro Paese. Sono spesso i migliori ambasciatori dell’Italia nel mondo: imprenditori, professionisti, promotori della nostra cultura e dei nostri valori.
Queste comunità sono grandi opportunità per l’Italia come io stesso ho verificato in questi giorni in missione in Argentina. Questo decreto invece li respinge, trattandoli come un peso da cui liberarsi”.
“L’unica motivazione che pare sorreggere questa decisione è quella di sgravare una burocrazia consolare inefficiente, che invece dovrebbe essere potenziata e responsabilizzata.
I funzionari pubblici sono pagati proprio per gestire queste pratiche, non per evitarle e restare più rilassati”.
“Il Governo – conclude Bertoldi – farebbe bene a modificare questo decreto attraverso il disegno di legge depositato e ad aprire un confronto serio con le comunità italiane all’estero.
Perdere milioni di cittadini potenziali vuol dire perdere una parte viva e vitale dell’Italia nel mondo, oltre a ridurre i potenziali scambi commerciali inutilmente”.