“Con un atto grave e senza precedenti, nel metodo prima ancora che nel merito, il governo Lega-5Stelle-Maie si appresta a limitare il diritto di cittadinanza di milioni di italiani che vivono all’estero. Nell’ambito di un decreto che mira a combattere l’immigrazione clandestina vengono inserite norme delicatissime che stravolgerebbero da un giorno all’altro l’attuale impianto giuridico-costituzionale sulla cittadinanza. Si conferma così che lo slogan “Prima gli italiani!” del leader della Lega Matteo Salvini, esclude allo stesso modo i tanti stranieri che vivono in Italia e i milioni di italiani che vivono all’estero. Clandestini gli uni, dimenticati gli altri”. Lo dichiara in una nota Fabio Porta, già deputato del Partito Democratico, oggi membro del coordinamento Pd Sud America.
“E’ grave – prosegue Porta – che il primo atto di questo governo verso gli italiani all’estero sia di chiusura, soprattutto se pensiamo alle numerosissime collettività che vivono fuori dai confini europei, dove la nuova emigrazione convive con una emigrazione storica fortemente legata al nostro Paese”.
“E’ triste constatare come questo accada con un governo che per la prima volta ha alla guida delle politiche per gli italiani nel mondo proprio un italo-discendente proveniente dall’Argentina. Chiediamo al Sottosegretario Riccardo Merlo un immediato impegno affinché il governo ritiri questa norma, in coerenza con il suo mandato e i suoi impegni verso i nostri connazionali”.
“Gli italiani nel mondo, intanto, si sono mobilitati con una petizione on-line ed il Partito Democratico con una nota che ho sottoscritto insieme al nuovo responsabile del dipartimento italiani all’estero Francesco Cerasani, ha confermato la propria assoluta contrarietà a questo intervento. Il governo del Partito Democratico, dopo anni di tagli, era tornato a investire (con interventi e risorse) sul grande patrimonio degli “italici”; non assisteremo inerti allo smantellamento di queste politiche – conclude Fabio Porta – da parte di un governo che ogni giorno di più si caratterizza per un sovranismo cinico ed opportunista”.