Circa dodicimila pratiche avviate da cittadini statunitensi con avi italiani, per ottenere la cittadinanza italiana grazie al principio dello iure sanguinis, destinate a finire nel nulla.
Come conseguenza, rubinetti dei pagamenti chiusi e impossibilità di proseguire l’attività imprenditoriale.
Fabrizio Permunian, polesano di Lendinara esperto in diritto immobiliare e commerciale, conferma – parlando con il Corriere del Veneto – di avere dovuto alzare bandiera bianca dopo che il Consiglio dei ministri ha adottato il pacchetto cittadinanza.
La florida attività messa in piedi dal polesano assieme al figlio Marco nel 2014 – si legge sul quotidiano – avrebbe infatti subito un drammatico stop a causa del decreto-legge approvato.
Il testo prevede che gli italo-discendenti nati all’estero saranno automaticamente cittadini solo per due generazioni: solo chi ha almeno un genitore o un nonno nato in Italia sarà cittadino dalla nascita.
In dieci anni, sono state circa 30 mila le procedure per l’ottenimento della cittadinanza italiana concluse con successo, con ogni pratica che costava dai 5 mila ai 20 mila euro.
“Non possiamo più proseguire il nostro lavoro, possiamo solo pagare gli stipendi e chiedere la cassa integrazione per i nostri 420 dipendenti sparsi in tutto il mondo», spiega Permunian.
Di questi, 200 lavorano a Rovigo, al centralissimo ex palazzo del Catasto da 1.600 metri quadrati comprato e riqualificato da Permunian negli anni scorsi per circa 2 milioni di euro, e 20 a Verona. Il resto sono sparsi negli Stati Uniti d’America, Croazia e da settembre scorso anche a Mumbai in India.