Eugenio Marino, responsabile del Pd estero, invita i parlamentari del MAIE, a cominciare dal presidente On. Ricardo Merlo, a firmare la petizione online per chiedere al governo di destinare alla rete consolare almeno una parte dei 300 euro di tassa che i discendenti dei nostri emigrati pagano per poter fare richiesta di cittadinanza italiana. Una firma su una petizione online non si nega a nessuno: fossi Merlo, fossi Borghese, firmerei. Dovrebbero firmarla tutti gli eletti oltre confine, fosse soltanto per lanciare un messaggio: su certi temi siamo pronti ad agire uniti.
Ma Marino non può scrivere che il MAIE su questo tema si è svegliato adesso: semplicemente perché non è vero. Eh no, “lento pede” un corno. Marino è troppo attento alle questioni che riguardano gli italiani nel mondo per non sapere che il Movimento di Merlo è stato il primo a denunciare l’ingiustizia di questa tassa dei 300 euro, tra l’altro imposta dal governo Renzi, dal segretario di quel Pd di cui fa parte anche Marino. Ma a che gioco stiamo giocando?
“Se il MAIE vuole davvero aiutare i consolati firmi la petizione popolare”, dice Marino. Ribadendo che una firma su una petizione online (che sul web ha raggiunto poco meno di 5mila firme, niente per un tema così importante e mondiale: ne sono state raccolte di più nella Repubblica Dominicana contro la chiusura dell’Ambasciata d’Italia a Santo Domingo) non si nega a nessuno, davvero Marino crede che mettendo una firmetta su internet si possano aiutare i consolati? Senza dire poi che si sta cercando di porre rimedio a un errore di questo esecutivo. Cioè, il Pd lancia petizioni per rimediare a un errore che il Pd stesso ha commesso. Evviva!
La rete consolare si aiuta difendendola dai soprusi col coltello tra i denti. Organizzando manifestazioni davanti alle sedi diplomatiche che chiudono. Andando sul territorio, lottando a fianco dei connazionali. E poi parlando faccia a faccia col governo, come ha fatto di recente il MAIE (GUARDA IL VIDEO), ricevuto alla Farnesina del sottosegretario agli Esteri Amendola (gli eletti all’estero del Pd hanno fatto lo stesso due settimane dopo e di rete consolare, di ambasciate chiuse, con Amendola non ne hanno neppure parlato). Firmare una petizione online va bene, ma saremmo ingenui se pensassimo che basterebbe a risolvere il problema.
Il governo negli ultimi anni ha chiuso decine di sedi diplomatiche oltre confine, ha imposto nuove tasse agli italiani nel mondo e continua a discriminarli per quanto riguarda la questione Imu. No, non basta una firmetta online. Qui ci vuole una politica che metta al centro anche il mondo dell’emigrazione e il Sistema Italia. “Lento pede” saranno Renzi e compagni, che per quanto riguarda gli italiani nel mondo continuano a dormire.
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