“Nei giorni scorsi è stato approvato in commissione alla Camera il testo base che disegna l’iter della cittadinanza per i nati e cresciuti in Italia. Un passo avanti importante, che avviene tuttavia in un periodo, quello agostano, in cui gli italiani tutti sono alle prese con le vacanze, e tra mare e montagna non prestano tanta attenzione alle cose della politica. Una scelta forse strategica, perché questo disegno è per alcune forze politiche poco chiaro su certi aspetti dirimenti. Come quello di evitare automatismi tra la nascita in Italia e il diritto alla cittadinanza. Un diritto che vogliamo certamente allargare a chi mostra di voler partecipare della nostra democrazia e della nostra civiltà senza smarrire la propria identità e le proprie radici. Ma che deve essere graduale. Per questo non possiamo rischiare di dare un messaggio sbagliato a chi cerca un facile passaggio di status che non avrebbe il senso di appartenenza che auspichiamo”. Così Vittorio Pessina, responsabile italiani all’estero per Forza Italia.
“Donne straniere di tutto il mondo, ma ovviamente dei Paesi più poveri, verrebbero a partorire in Italia solo per dare cittadinanza italiana ai propri figli. E ricordiamo – prosegue il senatore – che il passaporto italiano è il terzo più potente e garantista al mondo. Sono in tanti perciò a storcere il naso quando sentono parlare di ius soli”.
Pessina avverte: “Non possiamo sottovalutare il fatto che essere italiani vuol dire anche sentirsi italiani, conoscere la nostra lingua, la nostra cultura, rispettare – se non condividere – le nostre tradizioni. Per fortuna l’approvazione del testo base è solo un modo per accelerare l’iter del processo legislativo, la discussione avverrà in Parlamento e in quell’occasione ci sarà modo di presentare gli emendamenti opportuni. Il Pd alla Camera ha voluto scrivere il testo praticamente da solo, e questo non soddisfa a pieno Forza Italia – tanto è vero che la deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria ha deciso di dimettersi da correlatore del provvedimento -, che si prepara a dire la propria e a correggere le tante forzature presenti”.
“Non è certo regalando la cittadinanza a chiunque che si aiuta l’integrazione in Italia. Significherebbe svilire il valore del documento e soprattutto perdere l’opportunità di un arricchimento culturale utilissimo a quelle popolazioni che sono ancora vittime di filosofie di vita superate e violente, pericolosamente vicine ad arcaiche e crudeli concezioni religiose. La cittadinanza italiana – conclude Pessina – può diventare veicolo di progresso e di pace tra i popoli. Facciamone un uso intelligente”.
Discussione su questo articolo