“Il 18 gennaio scorso, durante il Question Time nell’Aula di Montecitorio, ho fatto una interrogazione al Ministro degli Affari Esteri, Angelino Alfano, sul riacquisto della cittadinanza per gli italiani che, recatisi all’estero, l’hanno perduta”. A scrivere è l’On. Fucsia Nissoli, deputata eletta nel Nord e Centro America, in un intervento pubblicato da America Oggi.
“E’ un tema che seguo sin dall’inizio della Legislatura, anche impegnandomi con proposte di legge ed emendative tese a far riacquistare la cittadinanza agli italiani che l’hanno perduta recandosi all’estero. Sono convinta che si tratta di un tema da portare avanti anche come debito di gratitudine verso quegli italiani che hanno dovuto lasciare la terra natia per trovare un lavoro dignitoso. Ed allora ho chiesto al Ministro Alfano, che già avevo sollecitato sulla questione quanto era Ministro degli Interni, “quali iniziative di competenza intenda assumere il Ministro interrogato per venire incontro alle esigenze di questi italiani di fatto che chiedono di riacquistare la cittadinanza italiana facendone espressa richiesta al consolato competente, senza dover soggiornare un anno sul territorio italiano”.
Si tratta di permettere a chi è nato in Italia e che magari ha pure fatto il servizio militare, di riacquistare la cittadinanza. Quindi di riconoscere anche sul piano giuridico quello che di fatto già sono e cioè italiani! La politica deve essere in grado di ascoltare la loro voce, quella di italiani che hanno dovuto lasciare la nostra terra per guadagnarsi da vivere altrove, facendoci onore e diffondendo la nostra cultura nel mondo.
Essi sono parte del nostro Sistema-Paese, della nostra storia e della nostra identità come noi della loro, e convinta di questo ho chiesto al Ministro “se intravede per loro la possibilità di recarsi presso il Consolato per ottenere la cittadinanza senza il soggiorno in Italia”. Si tratta di una esigenza diffusa da parte della Comunità italiana nel mondo. Una esigenza etica e civica che ci interroga sul significato di cittadinanza, che ci fa ripercorrere la nostra storia, che ci chiama a definire il nostro essere Paese e Comunità in un mondo globalizzato.
Il Ministro Alfano, nella sua risposta, ha ribadito tutta l’attenzione del Governo sulla materia e la disponibilità ad approfondirla valutando contemporaneamente tutte le questioni problematiche ad essa connesse. Tra queste emerge, per il Ministro, il limite temporale per il riacquisto della cittadinanza e la trasmissione iure sanguinis della cittadinanza italiana che estenderebbe la platea dei beneficiari.
Una risposta che ho accolto con sufficientemente soddisfazione. Infatti, ho percepito la profonda sensibilità del Ministro e la sua volontà di lavorare per risolvere le criticità esistenti rinvenibili, cioè il limite temporale e la trasmissione della cittadinanza iure sanguinis. Sono aspetti su cui bisogna lavorare per chiarirsi e capire meglio le conseguenze di un atto che, però, è dovuto.
E’ comprensibile la volontà di capire meglio le implicazioni del rilascio della cittadinanza a chi italiano di fatto non lo è più e perciò bisogna impegnarsi anche su questa strada per rispondere meglio ad una esigenza morale di ricerca della nostra identità. Se bisogna fare una ricerca sul numero di chi ha perduto la cittadinanza recandosi all’estero, facciamola! Troviamo la soluzione giusta, ma non rimandiamo il problema!
In giro per il mondo troviamo italiani senza cittadinanza che sono orgogliosi di definirsi italiani, orgogliosi delle proprie origini che esprimono anche attraverso l’appartenenza a varie realtà associative, che sono entusiasti di celebrare i vari Italian Heritage Month. Essi portano nel mondo la cultura italiana, il made in Italy e poi non possono definirsi italiani a tutti gli effetti. E’ una questione che va affrontata da subito con i passi necessari, ma va affrontata seriamente ed una volta per tutte!”.
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