Sul quotidiano Il Mattino focus sulla cittadinanza italiana ius sanguinis per i discendenti dei nostri emigrati.
“Il fenomeno sta interessando anche l’Irpinia, in particolare alcuni comuni”, si legge. “Discendenti di emigrati nei Paesi del Sud America che chiedono la cittadinanza italiana, attraverso lo ius sanguinis, cioè la cittadinanza per discendenza di sangue. Per fare questo, tra gli altri requisiti, serve dimostrare l’effettiva residenza, oltre ad avere un avo nato in Italia.
Ciò sta determinando l’arrivo di singoli e gruppi familiari, in modo particolare da Brasile e Argentina, che si stabilizzano per brevi periodi nei paesi della provincia, in case con fitti a basso costo, fino al raggiungimento dell’obiettivo della cittadinanza.
La procedura richiede un po’ di tempo e per tale motivo vengono preferiti i centri più piccoli, dove gli uffici comunali operano con maggiore rapidità rispetto ai municipi delle realtà più grandi e delle città.
Dietro s’è generato anche un notevole giro d’affari (lecito) che coinvolge consulenti, associazioni no profit, agenzie immobiliari e realtà nate con questo specifico scopo”.
“Tra i comuni della provincia che stanno facendo i conti con questo fenomeno c’è Cesinali. Nel centro alle porte del capoluogo, in meno di un anno, sono transitati circa trenta cittadini provenienti da Brasile e Argentina che si sono stabilizzati per un breve periodo in paese.
In pratica, il tempo necessario per ottenere la cittadinanza e poi andare via, sia per fare ritorno nelle rispettive nazioni, sia per raggiungere altre regioni della Penisola (la maggioranza opta per questa scelta).
Accade, dunque, che nelle stesse abitazioni nel giro di pochi mesi, cambiano gli inquilini. Si tratta di edifici vecchi, di scarso valore e che quindi hanno costi di fitto bassi. L’iter prevede la segnalazione della residenza agli uffici del Comune, la comunicazione alla Prefettura da parte del municipio, le verifiche circa l’effettiva presenza in quella casa, fino al via libera definitivo alla cittadinanza italiana.
A conti fa, se tutto fila liscio, ci vogliono almeno due mesi. Nella quasi totalità dei casi, una volta ottenuto il via libera, il neocittadino italiano si trasferisce altrove. Sia chiaro: è tutto lecito. La legge consente tutto questo”.