Il tema della cittadinanza ai bambini e ragazzi di origine straniera è “una ferita aperta” perché come centrosinistra “avremmo dovuto approvare una legge nel 2015”. Lo afferma, in un’intervista a ‘La Stampa’, il sindaco di Roma ed ex ministro dell’Economia del Pd Roberto Gualtieri.
“Voglio sperare che Forza Italia sia determinata nel portare avanti un confronto parlamentare su una proposta di puro buon senso. Questa apertura di Tajani non è una novità: già nel 2022 Forza Italia aprì a un confronto di merito sullo ius scholae, ma anche allora Lega e FdI si dimostrarono ideologicamente chiusi al dialogo – prosegue – Temo che le cose non siano cambiate, almeno a giudicare dalle reazioni che ho letto”.
Sul fatto che quando fu al governo il Pd non è riuscito a realizzare un intervento sul tema: “Come uomo di sinistra, la considero una ferita aperta. Nel 2015 avremmo dovuto, dopo averlo fatto alla Camera, approvare la legge sullo ius soli anche al Senato. I numeri erano risicati, ma penso che avremmo comunque dovuto tentare per dare un segnale forte e inequivocabile. È una battaglia di civiltà da riprendere”.
Secondo Gualtieri “lo ius soli sarebbe la soluzione migliore. Ben venga, però, una discussione seria sullo ius scholae, proprio perché sono cosciente di quanto sia urgente migliorare la legge per riconoscere a questi ragazzi e alle loro famiglie un sacrosanto diritto”.
“Ripartiamo dal testo che nel 2022 fu depositato in commissione Affari costituzionali della Camera. Una buona mediazione, che prevedeva la possibilità di ottenere la cittadinanza per i minori nati o arrivati in Italia entro i 12 anni e che avessero frequentato con regolarità almeno 5 anni di scuola – continua – È una proposta seria che, contrariamente a quel che dicono FdI e Lega, non prevede automatismi né regala nulla”.