Continua il botta e risposta a distanza tra i senatori eletti all’estero. “Ho sempre avuto grande simpatia per il collega Longo e rispetto per le sue battaglie, ma sarebbe auspicabile leggere gli atti contestati prima di commentare e dalle parole del collega intuisco che questa analisi non sia stata fatta”. Così Aldo Di Biagio, senatore eletto nella ripartizione estera Europa, replica al Sen. Fausto Longo, che a sua volta si era detto in disaccordo con alcune dichiarazioni del senatore eletto in Europa proprio a proposito di cittadinanza.
“Lungi da me sollecitare una riduzione o sottrazione di diritti, come mi viene accusato dal collega anche perché sarebbe una ipotesi evidentemente incostituzionale allo stato attuale, ma da tempo sollecito una riconfigurazione dell’ intera disciplina che risulta palesemente anacronistica e che legittima delle falle operative che consentono l’insinuarsi di superficialità ed illecito, considerando che in un passaggio lo stesso Longo parla di “speculazioni” e “malaffare” da parte di alcuni Comuni italiani, confermando la sussistenza delle criticità da me evidenziate nell’atto parlamentare”.
“Non ho mai sostenuto che sarebbe auspicabile depennare il diritto all’acquisizione della cittadinanza iure sanguinis, piuttosto di ridefinirlo in un’ottica di tracciabilità della discendenza e di riconoscimento di precisi parametri di italianità che al momento, in ragione della debole normativa, non risultano vincolanti. Sono disponibile al confronto con il collega Longo ed altri che lo vorranno nella prospettiva di una condivisa individuazione delle falle del sistema amministrativo e legislativo anche alla luce del confronto inter istituzionale da me auspicato nell’interrogazione, propedeutico ad un eventuale iter di riforma organica, a patto che non si qualifichi il diritto alla cittadinanza come argomento “monopolio” di un parlamentare o di un’area geografica arrivando ad identificare ogni ipotesi di riforma come una forma di lesa maestà”.
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