“Il principio dello ius soli è tra gli aspetti più rilevanti a cui una nuova disciplina dovrebbe ispirarsi associato ad una riforma delle disposizioni che regolano il principio dello ius sanguinis soprattutto per quanto riguarda il riconoscimento della cittadinanza ai discendenti di cittadini italiani emigrati, in ragione dell’assenza di una norma chiara e stringente che consenta di operare una verifica certa della documentazione prodotta dal richiedente”. Lo dichiara in una nota Aldo Di Biagio, firmatario di una interrogazione ai Ministri dell’Interno e degli Esteri sulla configurazione attuale della legge sulla cittadinanza e sulle difficoltà applicative della stessa.
“Le maglie troppo larghe e la confusione applicativa della vigente disciplina stanno creando una vera e propria emergenza – spiega Di Biagio – segnalataci soprattutto dai consolati all’estero dove il numero di richiedenti per discendenza, che spesso non parlano italiano e non hanno una tracciabile discendenza italiana, sta crescendo in maniera esponenziale e dove è stata denunciato anche il riconoscimento talvolta troppo facilitato da parte di alcuni comuni italiani a fronte di documentazione falsa di cittadini che non parlano italiano e che sono originari di Paesi, soprattutto della regione Asiatica che non sono terra di emigrazione italiana. Ormai è chiaro che la cittadinanza italiana rischia di diventare l’escamotage per legittimare emigrazioni di tipo economico da Paesi in difficoltà”.
Di Biagio conclude: “Pertanto non essendoci i tempi per procedere ad una riforma organica della disciplina ho evidenziato al Governo che sarebbe auspicabile tra le altre cose, un confronto inter-istituzionale al fine di condurre ad un’istruttoria sulle lacune e sulle istanze di rettifica della disciplina nella prospettiva di rendere più spedito l’eventuale futuro iter legislativo”.
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