Oscar De Bona, presidente dell’UNAIE (Unione Nazionale Associazioni Immigrati e Emigrati) e dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, interviene nel dibattito che ruota intorno alla cittadinanza. E a proposito di quella ius sanguinis, commenta: “Apprezzo profondamente la riflessione del presidente della Regione Veneto in merito alle modifiche della legge sullo ius sanguinis, modifiche che io stesso avevo proposto due anni fa al sottosegretario con delega agli Italiani nel mondo Della Vedova e nel 2023 al sottosegretario, sempre con la stessa delega, Silli, oltre ad averne condiviso la necessità con l’ANCI Nazionale e Veneto. Mi auguro che, anche grazie all’intervento di Zaia, si possa concretizzare quanto proposto”.
Luca Zaia, governatore del Veneto, nei giorni scorsi ha espresso la necessità di mettere dei paletti allo ius sanguinis: ok la cittadinanza agli oriundi, ma con dei minimi requisiti.
Anche De Bona ha sottolineato come sia fondamentale sostenere le rivendicazioni degli oriundi di origine italiana, ma al contempo – ha aggiunto – è necessario distinguere tra coloro che hanno un vero interesse a mantenere un legame con la terra dei loro avi e chi vede la cittadinanza solo come un’opportunità per ottenere diritti senza sentirsi parte della comunità italiana.
“Dobbiamo evitare che la cittadinanza italiana venga vista come un documento da ottenere per avere vantaggi, siano essi legati alla possibilità di viaggiare o all’accesso ai servizi sociali e sanitari”, ha affermato.
Secondo De Bona, l’introduzione di criteri come la conoscenza della lingua italiana e una vera comprensione della storia e della cultura del Paese sono passi necessari per preservare il valore della cittadinanza italiana.
“La nostra cittadinanza non può essere un diritto automatico, va meritata e sentita. I requisiti come la conoscenza della lingua e della storia sono già richiesta da Paesi come la Germania e l’Austria, non vedo perché non possa seguire questi esempi”.
Il dibattito, che si inserisce anche in un più ampio discorso sulla riforma della cittadinanza in Italia, vede contrapporsi da una parte la tutela dei diritti degli emigrati e dei loro discendenti, dall’altra l’esigenza di garantire che chi ottiene il passaporto italiano abbia una reale connessione con il Paese e i suoi valori.
La riflessione di Luca Zaia e il sostegno di Oscar De Bona potrebbero essere un primo passo verso una riforma che renda il processo di acquisizione della cittadinanza più equo e al tempo stesso più rigoroso.