Lo ius soli – il diritto di avere la cittadinanza del “suolo” dove si è nati -, in sé, non sarebbe sbagliato, concettualmente. Se sono nato in un posto, dopo, per tutta la vita, ho un legame stretto, affettivo con quel luogo. Il problema è un altro: di natura pragmatica e tipicamente di difesa sociale della Nazione. Immaginate che chi nasca in Italia sia automaticamente italiano con tutti i diritti correlati (e qualche volta con i doveri). Pensate a quante organizzazioni criminali (e non) si industrierebbero per organizzare un trasporto prenatale delle madri incinte in Italia da tutti i Paesi mediterranei e dell’Europa orientale. Una volta nati in Italia i pargoli, infatti, anche i relativi genitori avrebbero diritto ad avere un permesso regolare di soggiorno automatico, anche se entrati illegalmente, per mantenere il figliolo italiano! Non solo: potrebbero anch’essi richiedere la cittadinanza italiana.
Già ora succede un trasporto di madri “in attesa” per farle partorire in Italia, in quanto per qualche tempo sono tutelate dalla sanità pubblica, figurarsi cosa succederebbe con il diritto alla cittadinanza. L’Italia diventerebbe una immensa nursery mediterranea!
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