Silvio Berlusconi apre allo ius culturae, ovvero alla cittadinanza italiana ai figli nati in Italia da immigrati regolarmente residenti, a quei minori che abbiano completato almeno un ciclo di studi nel nostro Paese.
L’uomo di Arcore si smarca così da Matteo Salvini e Giorgia Meloni, secondo i quali, invece, lo ius culturae non è altro che uno ius soli mascherato: “La cittadinanza italiana non si regala, si conquista”, dicono Lega e Fratelli d’Italia.
Berlusconi la pensa diversamente: secondo lui è “logico e normale che ragazzi nati o venuti qui da giovanissimi, o nati da cittadini stranieri e che hanno fatto le scuole qui, possano diventare cittadini italiani”. Attenzione, però, evidenzia il leader di Forza Italia, “non con una norma generale, ma con un esame particolare su uno di loro, caso per caso“.
Commentando la proposta dello ius culturae nel corso dell’iniziativa #IdeeItalia promossa dal partito a Milano, Berlusconi avverte: la cittadinanza non va data “a chi odia cristiani, ebrei e considera le donne una razza inferiore e non accetta la laicità dello stato, non condivide le leggi italiane”.
Occhio, quindi, perché “una norma generale verrebbe sfruttata poi, secondo me, dai trafficanti di essere umani che andrebbero a dire ai migranti che in Italia non c’è più la rigidità di prima su questo punto”.
SCHIFANI, “ME LO ASPETTAVO”
Il senatore di Forza Italia e ex presidente del Senato, Renato Schifani, si dice “molto contento delle parole del presidente Berlusconi a proposito dell’apertura sullo ius culturae”. “Conoscendolo bene, me lo aspettavo – aggiunge – Quando mi sono pubblicamente espresso a favore di questo istituto alcuni giorni fa, la mia voce era rimasta isolata nel partito. Oggi sono felice di essere in ottima e autorevole compagnia. Con questa scelta Forza Italia torna a riaffermare i propri valori fondati sul rispetto della persona e della sua libertà”.