“Il difficile impegno di assicurare all’Italia un governo adeguato alla complessità dei problemi interni e internazionali del presente richiede sicuramente tempi di maturazione della situazione politica che il Presidente Mattarella saprà gestire con equilibrio e saggezza. I cittadini italiani all’estero, che con il voto hanno dato ancora una volta una prova di legame e di responsabilità verso il Paese e di consenso per la prospettiva riformatrice e di risanamento delineata dai governi a guida PD, ne sono consapevoli e sapranno autonomamente valutare svolgimenti ed esiti”. Lo dichiarano in una nota congiunta gli eletti all’estero del Pd, Garavini, Giacobbe, Carè, La Marca, Schirò, Ungaro.
“Intanto, però, non manca tra gli eletti all’estero chi, nel tentativo di collocarsi utilmente nell’area del potere, sfodera abusati slogan elettoralistici, sostanzialmente privi di contenuti. Senza scendere in alcun modo in polemica, anzi ricordando a tutti il dovere per gli eletti all’estero della maggiore coesione possibile, è bene ripartire dai fatti reali e da alcune indiscutibili evidenze:
– Gli elettori italiani all’estero nelle ultime due occasioni nelle quali si sono democraticamente espressi (referendum costituzionale ed elezioni del 4 marzo) hanno dimostrato un chiaro e ampio consenso per le proposte e per la linea adottate dai governi a guida PD sia nel campo delle politiche internazionali che in quello delle misure rivolte agli italiani all’estero;
– il PD è stato a livello mondiale il partito più votato e ha prevalso in 3 ripartizioni su 4, eleggendo propri rappresentanti in ogni ripartizione, cosa che è sempre accaduta da quando esiste la circoscrizione Estero;
– nella scorsa legislatura, i governi a guida PD e gli eletti all’estero aderenti ai Gruppi PD di Camera e Senato sono riusciti ad imprimere una svolta alle politiche dei tempi di crisi, caratterizzate da contenimento della spesa e da tagli lineari. Lo dimostrano la creazione del Fondo quadriennale per la promozione della lingua e cultura dotato di 150 milioni, il consolidamento della spesa storica di 12 milioni per i corsi di lingua, la riforma del sistema di promozione scolastica e culturale all’estero, la destinazione di 4 milioni al miglioramento dei servizi consolari, la riapertura, dopo dieci anni, delle assunzioni di personale nella misura di 290 unità; l’aumento del 50% del sostegno ai periodici italiani all’estero; la forte ripresa dei finanziamenti ai progetti delle Camere di commercio italiane all’estero; la tutela dei pensionati al minimo e altri provvedimenti sui quali non ci soffermiamo”.
“Ci sono ancora molte cose da fare o da fare meglio, naturalmente. Tuttavia una base concreta e seria dalla quale ripartire c’è. Gli italiani all’estero con il loro voto hanno dimostrato di saperlo e di condividerla. E di apprezzare ancora di più l’immagine di serietà e di laboriosità che la classe dirigente del Paese ha saputo dare di sé in ambito internazionale. Si tratta di vedere, ora – concludono i dem -, se il governo e la maggioranza che si formeranno vorranno e sapranno camminare su questa strada o se su molte cose si tornerà indietro, ricadendo in alcune fasi oscure del passato. Tutto da dimostrare”.