Quando è stata varata la Legge 459/2001 (voto politico e referendario dei Connazionali all’Estero), avevamo manifestato la nostra riluttanza all’On. Mirko Tremaglia, padre di una normativa che, in quattordici anni di vita, non è stata mai aggiornata. Così, almeno per ora, i milioni di connazionali oltre frontiera possono votare per una della quattro ripartizioni estere nelle quali è divisa la circoscrizione elettorale.
In buona sintesi, gli italiani nel mondo sono in grado di votare 12 deputati e 6 senatori da far valere nel Parlamento della Repubblica. Il numero dei parlamentari è congruo. Con la nuova normativa sul voto, però, anche la rappresentatività dei connazionali all’estero deve mutare.
Ecco come, ora, sono ripartiti i parlamentari nella circoscrizione estero suddivisa in quattro ripartizioni. La ripartizione Europa ha il numero preponderante di parlamentari (5 deputati e 2 senatori), segue l’America Meridionale con 4 deputati e 2 senatori, l’America Centro/Settentrionale può contare su 2 deputati ed 1 senatore. Per Africa, Asia, Oceania e Antartide, un deputato e un senatore. Per un totale, appunto, di diciotto parlamentari che hanno il loro scranno a Palazzo Madama o a Montecitorio.
La ripartizione più “gettonata” resta l’Europa, che ha il numero maggiore di connazionali residenti. Quasi il 39% degli elettori è vicino, anche geograficamente, alla madre Patria. Il 33% vive in America Meridionale, il 22% in America Centro/Settentrionale e il restante 6% copre Africa, Oceani, Asia e Antartide. Quindi, è l’Europa la terra da “conquistare”; proprio perché sette seggi rappresentano il più alto numero di preferenze elettorali. Con la nuova legge elettorale, il Potere Legislativo sarà “monocamerale” (e in Senato non ci saranno più eletti oltre confine, ndr). Ne deriva che anche il voto degli italiani all’estero dovrà essere rivisitato.
Resta inteso, tanto per non determinare confusione, che se gli eleggibili dall’estero non facessero più, obbligatoriamente, parte dei partiti nazionali, ci sarebbe più autonomia decisionale. Se la nuova legge elettorale imponesse una “novella” ripartizione estero, sulla questione torneremo. Lo scriviamo con la certezza che gli italiani d’oltre confine intendono contare per quel che valgono. Cioè, di più.
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