Mancano solo 24 giorni alla notte più cinematografica del mondo, quella degli Oscar, con ancora una deludente esclusione per l’Italia, ma anche con tutto il fascino che il cinema americano sa profondere e tutelare. Come ricorda Davide Cincognini, con 11 Nomination “Hugo Cabret” di Martin Scorsese è il film più accreditato della 84esima edizione degli Academy Awards, seguito da “The Artist” con 10 Nomination, “War Horse” e L’Arte di Vincere con 6, Paradiso Amaro e Millennium – Uomini che odiano le donne con 5, “Midnight in Paris” e “The Help” con 4.
Sono nove in tutto i film che aspirano alla statuetta, tanto insignificante, quanto preziosa. Fra gli altri, oltre a quelli sopra-citati, il capolavoro di Malick “The Tree of Life” e l’outsider “Molto Forte e Incredibilmente Vicino”. Le previsioni sono tutte per “The Artist”, ma c’è anche chi scommette sul “minore” (si fa per dire) “Paradiso Amaro”, di Alexander Payne con George Clooney, film intelligente, ironico, arguto, brillante e terribilmente affascinante, con cui Clooney, deluso da Venezia, cerca il suo Oscar come protagonista. In questa categoria suoi avversari sono il francese Jean Dujardin per “The Artist” e Brad Pitt (che sarebbe in attesa, dalla bellissima Angelina Jolie, di altri due gemelli, che porterebbero il numero complessivo dei rampolli a 8) per “L’Arte di Vincere”.
Fra le protagoniste lotta dura fra Viola Davis (“The Help”) e Meryl Streep (“The Iron Lady”), con opportunità, minori ma non nulle, per Michelle Williams, eroina di “My Week with Marylin”, già premiata con un meritatissimo Golden Globe.
Come registi la vera battaglia sarà fra il veterano Martin Scorzese ed il molto apprezato Michel Hazanavicius, che con il suo “The Artist” ha spopolato a Cannes, vincendo inoltre ai Directors Guild Of America Awards 2012, appena due giorni fa, spazzando via Scorzese e Payne, come se nulla fosse.
Prossimo a compiere quarantacinque anni, prima di questi ultimi mesi, pochi sapevano chi fosse Michel Hazanavicius: originario della capitale francese, regista tv per Canal+, attivo poi in campo pubblicitario, che nel 1993 dirige il suo primo film: “La Classe Américaine“, un collage per la televisione, realizzato sfruttando materiali provenienti da opere firmate Warner Bros.
Il suo secondo lavoro, “OSS 117“, molti anni dopo, nel 2006, è una parodia sui film di spionaggio che vede tra i protagonisti lo stesso Jean Dujardin e Bérénice Bejo, divenuta poi sua moglie. Dura sarà anche la lotta per la migliore fotografia, con una “parterre de rois” ingombro di eccellenti professionisti: Guillaume Schiffman – The Artist; Jeff Cronenweth – Millennium – Uomini che odiano le donne (The Girl with the Dragon Tattoo); Robert Richardson – Hugo Cabret (Hugo); Emmanuel Lubezki – The Tree of Life; Janusz Kaminski – War Horse.
Circa il film straniero, favoritissimo è “Una Separazione” di Asghar Farhadi, certamente un buon film ma non superiore (credo) al trombato “Terraferma” di Crialese. Non c’è storia, invece, nella categoria Miglior Documentario, con “Pina 3D” di Win Winders che non dovrebbe avere rivali. All’Italia resta la speranza di premi tecnici, con i due candidati Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, per Scenografia, Miglior Sonoro e Miglior Montaggio Sonoro per il film di Scorzese.
A tenere alta la nostra bandiera, nella serata che doveva essere presentata da Eddie Murphy che, con le dimissioni del produttore esecutivo Brett Ratner dopo diverse critiche rivolte per una frase contro gli omosessuali, ha visto Billy Crystal investito del ruolo di gran cerimoniere, ci sarà anche, nella categoria Cortometraggi di animazione, “La luna”, di Enrico Casarosa, prodotto dai Pixar Animation Studios presentato in anteprima al Festival internazionale del film d’animazione di Annecy nel mese di giugno 2011 e che sarà allegato, nella sua uscita prevista nei prossimi mesi, al film Brave – Coraggiosa e ribelle. Ma, data la gerenza, più che “forza Italia” verrebbe da dire “forza America”.
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