Il freddo, la pioggia e il vento non sembrano voler lasciare il passo al caldo, al sole e alla primavera. Una primavera che quest’anno tarda ad arrivare o che forse non arrivera’ proprio, considerando che il 21 giugno, calendario alla mano, sarebbe tempo di estate. Un clima che, a memoria d’uomo, nessuno ricorda e che pero’ un film belga, presentato all’ultima Mostra del cinema di Venezia, da dove torno’ con il Green Drop Award e con il Premio Arca Cinema Giovani, anticipa e profetizza.
Estremo, visionario, fuori dagli schemi, ‘La quinta stagione’ (La Cinquieme Saison), di Peter Brosens e Jessica Woodworth, arriva nelle sale italiane il 27 giugno, distribuito dalla Nomad Film Distribution. Ultimo capitolo della trilogia sul rapporto conflittuale fra uomo e natura, dopo ‘Khadak’ girato in Mongolia e ‘Altiplano’ in Peru’, il film e’ girato e ambientato in Belgio. In un villaggio nel cuore delle Ardenne si abbatte una misteriosa calamita’: non arriva la primavera, in una profetica visione dell’attuale e quanto mai inusuale situazione meteorologica.
Il ciclo della natura si e’ capovolto, l’inverno non finisce mai, il sole sembra essere sparito, le api scompaiono, le mucche si rifiutano di fare il latte, i semi non fioriscono, sulla popolazione aleggia la minaccia della carestia. E mentre i due giovani protagonisti vedono il loro amore inaridirsi come la terra dei campi, il film intreccia una serie di vicende diverse che vanno a comporre un raffinato affresco corale, suggestivo e implacabile nel piccolo villaggio, che diviene il luogo simbolo di un mondo in cui la stagione dello scontento non e’ piu’ oramai solo l’inverno e in cui gli uomini diventano vittime dei loro istinti primordiali, spietati carnefici verso cio’ che appare diverso.
‘Nella Quinta stagione la natura prende il sopravvento in segno di protesta contro l’umanita’ – spiegano i registi -. Questa situazione allarmante provoca l’implosione di una comunita’, fino alle estreme conseguenze. Il film si svolge in un ipotetico futuro prossimo, ma l’ispirazione ci e’ arrivata proprio dall’osservazione di quanto accade oggi, come la reale scomparsa delle api ovunque nel mondo, l’abuso di fertilizzanti tossici e i cambiamenti climatici’.
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