Il Tibet è stanco di essere lasciato solo. E così i monaci tibetani proseguono con i loro gesti estremi come forma di protesta, che è anche un modo per attirare l’attenzione della comunità internazionale. L’ultimo episodio è di oggi: un giovane monaco tibetano del monastero di Kirti si e’ dato fuoco nel mercato ortofrutticolo della citta’ di Ngaba, nella provincia del Sichuan in Cina. Mentre bruciava, stringeva in mano una fotografia del Dalai Lama invocando i diritti e la liberta’ religiosa del Tibet.
Al momento non si sa ancora se il giovane monaco – ha 17 o 18 anni e si chiama Kalsang – sia sopravvissuto, nè si conoscono le condizioni del ragazzo, che non è il primo a darsi fuoco per amore del Tibet: altri giovani monaci di Kirti si sono autoimmolati nei mesi scorsi.
Dal marzo scorso il monastero e’ sottoposto a controlli della polizia cinese e isolamento.
Stephanie Bridgen, direttore di Free Tibet, racconta: "Solo quest’anno cinque giovani monaci si sono dati fuoco. E’ evidente che un numero sempre crescente di tibetani sente che questo e’ l’unico modo di essere ascoltati. Si tratta di una tendenza molto preoccupante e senza precedenti, che speriamo finisca presto". E’ più che mai necessario, aggiunge Bridgen, l’intervento della comunità internazionae, "deve intervenire e fermare questa situazione", mostrando "ai tibetani che c’e’ la determinazione a proteggere e promuovere i loro diritti’".
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