Il bilancio delle vittime delle esplosioni che si sono verificate la notte scorsa a Tianjin, la metropoli portuale a 120 km da Pechino, e’ gia’ salito a 50 morti e potrebbe ancora aumentare nelle prossime ore. Ci sono infatti 21 persone disperse – in grande maggioranza vigili del fuoco – e 701 feriti ricoverati in dieci ospedali della citta”, 71 dei quali in condizioni gravi.
Ad assistere i feriti, riferiscono i media cinesi, ci sono diecimila medici e infermieri. Ancora non sono state individuate le cause dell’ incendio che ha poi provocato le esplosioni raggiungendo un magazzino di materiale chimico "pericoloso" della Ruihai International Logistic, una compagnia nata nel 2011 per importare ed esportare materiale chimico e di altro tipo. Le testimonianze dei residenti della metropoli sono agghiaccianti. Alcuni hanno affermato di aver pensato ad un terremoto, altri addirittura a un’ esplosione nucleare.
Le immagini girate con i telefoni cellulari e diffuse su Internet mostrano un’ esplosione spaventosa, che per un attimo illumina a giorno una vasta zona della metropoli e in seguito assume una forma non molto diversa da quella di un fungo atomico. Buona parte delle vittime – almeno una dozzina, oltre a 18 dispersi – erano parte del contingente di mille pompieri, in gran parte giovani, inviati sul posto dalle autorita” locali. In serata, reparti dell’ esercito specializzati nelle emergenze atomiche e chimiche sono stati chiamati ad affiancare i vigili del fuoco che stanno ancora combattendo con le fiamme. Alcuni di loro, secondo testimoni, hanno continuato a lavorare "con le lacrime agli occhi" per i loro compagni morti e dispersi. Le autorita’ non hanno ancora chiarito cosa ci fosse nel magazzino.
Il sito web della Ruihai e’ inaccessibile da alcune ore e non puo” essere utilizzato per capire chi siano i suoi proprietari e cosa precisamente fosse conservato nel magazzino. Greenpeace Asia, in un comunicato, afferma che "secondo i dati della stazione di monitoraggio di Tianjin-Tanggu (il quartiere dove si e’ verificato l’ incidente) indicano che tra i materiali pericolosi immagazzinati dalla compagnia c’ erano cianuro di sodio (NaCN), toluene disocianato (TDI) e carburo di calcio (CaC2), tutti elementi che rappresentano una diretta minaccia per la salute in caso di contatto. In particolare l’ NaCN e’ altamente tossico, il CaC2 e il TDI reagiscono violentemente al contatto con l’ acqua e con altre sostanze chimiche, e sono a rischio di esplosione".
"Questo – prosegue il comunicato – presenta una sfida per i vigili del fuoco e un grave rischio, dato che per domani e’ prevista pioggia". Il governo locale ha risposto indirettamente affermando di aver creato 34 stazioni di monitoraggio temporanee dell’ aria e delle acque. Le analisi eseguite nella tarda mattinata di oggi, hanno sottolineato funzionari locali, non hanno rilevato tracce di inquinamento causato dall’ esplosione. Il ministro della pubblica sicurezza Guo Shengkun, che si e’ recato sul posto, ha affermato che verranno prese "tutte le necessarie misure" per impedire "ulteriori perdite di vite e altre conseguenze". L’incidente, ha aggiunto, rappresenta "una dura lezione da cui dobbiamo imparare". Al popolo cinese sono giunte le condoglianze e la solidarieta’ della Casa Bianca.
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