Girano notizie secondo le quali il vento dello scisma sta soffiando sulla Germania.
Storicamente, la Germania è una terra ostica per il cattolicesimo. Certo, è terra di santi, come Sant’Alberto Magno, ma vide il nascere di uno dei moti che portarono alla rottura della cristianità occidentale, la Riforma protestante che nacque nel XVI secolo per opera di Martin Lutero.
Il monaco agostiniano in questione affisse le sue famose 95 Tesi alla porta della chiesa del castello di Wittenberg, in Sassonia, innescando un vero e proprio sommovimento religioso.
I cristiani dell’area tedesca settentrionale, della Penisola scandinava, di parte dei Paesi baltici, di parte della Svizzera, dell’Inghilterra e della Scozia abbandonarono la Chiesa cattolica e formarono altre comunità.
L’area tedesca fu l’epicentro di tutto ciò.
Nei secoli XVIII e XIX ci furono sempre nell’area tedesca altre situazioni spinose come quelle causate dal giuseppinismo, dal febronianesimo e dal vetero-cattolicesimo.
Oggi ci sono i vescovi tedeschi che hanno posizioni spiccatamente progressiste. Vogliono grossi cambiamenti anche per ciò che concerne la dottrina, come la questione del celibato sacerdotale, della benedizione delle coppie omosessuali in chiesa e della Comunione ai protestanti.
I vescovi tedeschi vogliono tirare dritto e Roma non sembra dare una risposta chiara e risoluta, a differenza di quanto accaduto con i loro confratelli americani.
Sembra che Papa Francesco tema i vescovi tedeschi. Cosa ci vuole per fare capire loro che la Chiesa cattolica ha una linea e che essa deve essere rispettata?
In altre situazioni, Papa Francesco si è mosso diversamente e alcuni vescovi sono stati rimossi. Ricordo il caso del vescovo americano Strickland.
Ora invece sembra che Bergoglio non riesca ad essere tanto duro contro i teutonici, i quali rischiano di mettere in discussione la comunione tra i fedeli tedeschi e Roma. Questo deve farci riflettere.