Dal 2007 l’Italia non riesce a portare più di una squadra ai quarti di finale di Champions League. Quest’anno pareva la volta buona ma nè Inter né Napoli ce l’hanno fatta a raggiungere il Milan, salvatosi per il rotto della cuffia nel la doppia sfida con l’Arsenal. Del tutto diverse però, per il modo in cui sono maturate e per le prospettive che lasciano, le eliminazioni delle squadre di Ranieri e Mazzarri. A cominciare dalla caratura degli avversari, l’esclusione dei neroazzurri rappresenta una delusione cocente che chiude un ciclo e segna un inevitabile spartiacque tra il trionfale passato del triplete e un futuro incerto completamente da scrivere.
Il Marsiglia di Deshamps era ostacolo abbordabile ma sia al Velodrome che a San Siro Milito e compagni hanno sbagliato troppo in attacco e in difesa, regalando ai francesi l’opportunità di qualificarsi con due reti entrambe segnate allo scadere in Francia e a Milano. Ora dalle parti di Appiano Gentile si parla di rivoluzione. Ranieri pur con un anno di contratto e la forte e inaspettata sponsorizzazione dell’ex nemico Mourinho, sembra destinato a lasciare il posto ad un nuovo tecnico che sceglierà il presidente Moratti sempre più deluso. Vilas Boas, Blanc e Bielsa i nomi più accreditati anche se il vero problema sarà come riuscire a rifare una squadra con troppi giocatori in organico gravati dagli anni e da ingaggi pesanti che ne rendono difficile la collocazione nel calciomercato.
Completamente diversa la situazione del Napoli pur assai deluso per una mancata qualificazione che pareva alla portata dopo la gara d’andata col Chelsea. Che il sogno potesse continuare anche oltre gli ottavi ci credevano in molti ma l’eliminazione non può cancellare le imprese memorabili del girone eliminatorio. Gli episodi però hanno girato tutti contro la squadra di Mazzarri sia al San Paolo, con il fortunoso goal di Mata e il possibile 4 a 1 di Maggio salvato sulla linea nella tana dei Blues. Nella mezz’ora iniziale di Londra il Napoli ,capace di ammutolire col suo gioco Stamford Bridge ha avuto però il torto di non concretizzare nessuna delle palle goal capitate ad Hamsik, Cavani e Lavezzi, i tre tenori che per una notte hanno steccato. Per non parlare dell’occasione di Zuniga nella ripresa, dopo la rete di Inler, che avrebbe chiuso il discorso qualificazione. Non hanno sbagliato invece i vecchi draghi del Chelsea, Drogba, Terry e Lampard, confermando nella serata decisiva quanto conti l’esperienza internazionale e la personalità a certi livelli.
Al di là di qualche limite strutturale nel reparto arretrato, cui si dovrà porre rimedio in futuro, il Napoli ha dimostrato però di essere almeno alla pari degli inglesi confortando quel processo di crescita cui fa bene a credere ancora di più il presidente De Laurentiis non a caso applaudito dopo la sconfitta dai tanti tifosi azzurri che hanno invaso Londra. Non è sbagliato dire che questa è una sconfitta che potrebbe fare esperienza e costituire un passaggio importante nella costruzione di un complesso chiamato ora all’immediato riscatto sia in Coppa Italia, con la finale obbiettivo possibile, che in campionato, nel quale il terzo posto non appare più come un miraggio.
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