La serie A sarà più difficile della Liga, come dice Zlatan Ibrahimovic, ma la Champions League é come casa per Lionel Messi. Anche senza migliorare il suo bilancio di 12 reti con cui è capocannoniere del torneo, in questo Milan-Barcellona l’argentino brilla e crea pericoli più dello svedese, che sciupa la sua unica vera occasione, e va a secco per la seconda volta di fila dopo la sfida con l’Arsenal. E’ sempre calcio di prim’ordine, ma i due rappresentano le declinazioni più diverse: uno coccola coi piedi la palla a terra, l’altro la deve cercare a mezz’aria e ammaestrare; uno agisce nel cuore del Barca, l’altro è l’appendice del Milan. Ibrahimovic ha un vantaggio: conosce bene le insidie del campo di San Siro, ostico per Messi (il Barca si è indispettito perché non è stato innaffiato), che dopo 6′ finisce con il sedere a terra calciando una punizione. Dopo 2′ è lo svedese a farsi notare con un assist di testa perfetto, sciupato da Robinho. Anche la Pulce impiega poco a entrare a regime: è il primo a pressare, quando non ha la palla si guarda intorno per monitorare la posizione dei compagni e pianificare la prossima magia, colleziona falli, sbaglia due controlli e altrettanti passaggi, ma a decine vanno a buon fine. Entrambi si tengono lontani dal mucchio quando il Barcellona protesta per un presunto rigore, vogliono essere protagonisti con la palla fra i piedi. E al 20′ Ibrahimovic fallisce la sua occasione: sfugge alla guardia di Puyol ma gli resta il colpo in canna davanti a Valdes. Tutti i rossoneri cercano lo svedese e lui gioca a stoppare palombelle e rincorrere i palloni lunghi, con Piqué che fatica a tenere la sua falcata. Avanza a passi brevi l’argentino, e per fortuna di Allegri Nesta neutralizza un paio di sue fughe. Ma quando Messi entra in area, per Abbiati sono brividi, che lo vede scambiare in un fazzoletto con Xavi e cercare invano la spaccata vincente. Nella ripresa Ibrahimovic cala, e Messi procede a lampi. Nesta ricorre alle maniere dure per fermare la sua volata, ad Ambrosini serve tanto coraggio per deviare un suo sinistro e Abbiati è graziato dall’argentino, che nel finale sbaglia un gol che di solito segna bendato. Nel frattempo lo svedese latita, arenato in attesa di palloni buoni che non arrivano mai. Ma questa volta Messi è stao umano, e allora può andar bene così.
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